Sono 378 le famiglie in difficoltà economica legata alla perdita del lavoro o per una situazione occupazionale problematica a cui il Comune di Modena ha dato un sostegno per l’affitto. E ammonta complessivamente a 1 milione 135 mila euro la somma messa a disposizione dall’Amministrazione comunale, di cui 135 mila euro finanziati dalla Regione Emilia-Romagna.
“Abbiamo scelto di concentrare le risorse disponibili – spiega l’assessora al Welfare del Comune Giuliana Urbelli - erogando contributi di una certa consistenza, cioè di 3 mila euro, per garantire a famiglie già duramente colpite dalla crisi di non perdere la casa in cui vivono”. Il contributo è stato infatti versato dall’assessorato al Welfare direttamente ai proprietari degli alloggi per conto degli inquilini e i proprietari, da parte loro, si sono impegnati a non avviare o a sospendere eventuali azioni di sfratto.
“Siamo uno dei pochi Comuni che nonostante l’abolizione del Fondo nazionale e la riduzione dei contributi da parte della Regione – prosegue Urbelli - continua a erogare il sostegno per l’affitto. Ma l’alto numero di richieste di partecipazione al bando, che quest’anno abbiamo appositamente destinato a un particolare tipo di disagio, danno la misura di quanto la crisi economica e occupazionale stia aggravando l’emergenza abitativa. Per questo stiamo percorrendo strade diverse per rispondere ai tanti e diversi bisogni”.
Accanto agli strumenti esistenti, come l’Agenzia Casa e l’edilizia residenziale pubblica, “le politiche abitative del Comune - aggiunge l’assessora all’Urbanistica e Politiche abitative Anna Maria Vandelli - cercheranno di fornire ai modenesi soluzioni differenziate. Lavoreremo per immettere sul mercato alloggi con affitti a prezzi ‘sociali’ e con prestazioni energetiche di qualità, per ridurre le spese di gestione e quelle condominiali che stanno diventando un costo importante che si aggiunge all'affitto”.
Le domande valide presentate per il Bando per l’affitto quest’anno sono state 731, altre 99 non erano in possesso dei requisiti. Per partecipare occorreva, oltre a un valore Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) familiare non superiore a 17 mila euro, che almeno uno dei componenti del nucleo familiare a partire dall’1 luglio 2013 si fosse trovato in situazione di difficoltà, come cassa integrazione, mobilità, contratto di solidarietà, licenziamento a seguito di chiusura aziendale o a conclusione del periodo di attivazione degli ammortizzatori sociali o per il mancato rinnovo di contratti a termine o di lavoro atipico.
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