Cresci@mo è un modello innovativo che mantiene il governo in seno al Comune ma apre al coinvolgimento dei genitori, e che deve avere una evoluzione. Non decidiamo di chiudere le scuole comunali, ma stiamo costruendo un percorso di confronto con la città su strategie ampie guardando anche all’obiettivo di superare la precarietà del personale. Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli nel corso del dibattito, durato oltre due ore, relativo alla delibera sul trasferimento di due scuole d’infanzia comunali alla Fondazione Cresci@mo, approvata nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 31 luglio (a favore Pd e CambiaModena, contro Movimento 5 stelle, Per me Modena, FI, Udc e Ncd).
Per il Pd, Chiara Susanna Pacchioni ha ricordato “la sostenibilità economica della Fondazione senza conseguenze per la qualità del servizio” e “la sostenibilità pedagogica, anche per la professionalità e formazione continua degli insegnanti, oltre alla partecipazione dei genitori, due dei quali nel CdA”. Vincenzo Walter Stella ha sottolineato che “Cresci@amo, a completa gestione pubblica, rappresenta un’ottima soluzione legale e innovativa trovata dal Comune per evitare scelte più drastiche come quelle di altre Amministrazioni, che hanno esternalizzato il servizio”. Tommaso Fasano ha evidenziato che “tutti gli indicatori sono positivi: economico, di gradimento dei genitori e di soddisfazione degli insegnanti, che sono usciti dal precariato. Cresci@mo – ha aggiunto – ci dà la possibilità di ridefinire il ruolo della cosa pubblica nell’ambito dei servizi alla persona”. Per il capogruppo Paolo Trande non si può immaginare un sistema di istruzione senza una governance pubblica e senza la gestione pubblica di una parte delle quote. Non stiamo esternalizzando ma conferendo scuole comunali a una Fondazione pensata in un periodo di emergenza che ha dimostrato di saper produrre buone performance”. Carmelo De Lillo ha annunciato il voto favorevole del Pd, sottolineando come Cresci@mo sia stata “la soluzione a un problema contingente in cui alla crescita della domanda era impossibile dare risposte tradizionali. Nelle situazioni di emergenza – ha aggiunto – spesso vengono alla luce le idee migliori”.
D’accordo sul trasferimento Antonio Montanini (CambiaModena) che, sottolineando come le scuole per l’infanzia siano un orgoglio di Modena, si è chiesto: “Se l’esperienza di Cresci@amo è stata positiva e con costi inferiori, perché escludere l’estensione dello strumento gestionale?”.
Per Giuseppe Pellacani (Udc) “è una esternalizzazione di facciata che serve a facilitare assunzioni senza assicurare grandi risparmi. Occorre sospendere il trasferimento delle due scuole – ha aggiunto – e riflettere in commissione su tutto il sistema scolastico modenese, domandandosi come mai la gestione comunale costi 1, quella esternalizzata 0,7, mentre quella del privato 0,5”.
Per il M5s, Luca Fantoni ha affermato: “Se il risparmio dell’8-9 per cento è sugli insegnanti siamo contrari”. Il consigliere ha chiesto che garanzie ci siano “che la Fondazione resterà sempre sotto il controllo del Comune. Non potrebbe in futuro cambiare lo statuto e diventare appetibile per i privati?”. Per Elisabetta Scardozzi “la gestione diretta dei servizi scolastici ed educativi ha un valore imprescindibile. Il sistema scolastico – ha affermato – va salvaguardato preservando la dimensione pubblica, perché un sistema di welfare mix funziona solo se prevale la componente comunale, che è quella che ha portato Modena ad eccellere”. Mario Bussetti ha evidenziato che “se è vero che dentro la Fondazione si sono introdotte buone innovazioni e si è migliorato il servizio, allora bisogna riuscire a portare queste nella scuola pubblica. Dobbiamo avere visione di lungo periodo: stiamo spostando scuole fuori dal Comune senza sapere se in futuro ci potrà essere l’ingerenza del privato”. Marco Rabboni ha evidenziato “che i genitori entrano nella governance della Fondazione solo per un breve periodo, quello della frequentazione del figlio, e fanno probabilmente appena in tempo a capire come funziona. Il Comune – ha aggiunto – spostandosi su gestioni esterne non può certo avere il controllo di tutto”.
Adriana Querzè di Per me Modena si è detta preoccupata “per il ricorso a una soluzione emergenziale quando l’emergenza non c’è più. Il Comune oggi – ha chiesto – avvia un percorso di estinzione delle scuole d’infanzia comunali? Chiedo almeno, come mediazione, di ridurre il numero delle scuole da trasferire”.
Secondo Luigia Santoro del Ncd “o il Comune è in grado di tenere in carico il servizio efficientandolo oppure lo esternalizzi, producendo un vero risparmio che non può essere semplicemente sugli stipendi dei dipendenti come nell’operazione Cresci@mo. Si è trattato di un marchingegno per eludere il Patto di stabilità”.
Per Andrea Galli di FI si tratta di un percorso “che non è né carne né pesce. Non è privato né pubblico e queste situazioni ibride rappresentano compromessi che ci lasciano insoddisfatti. Tutto fa pensare – ha aggiunto – che ogni anno qualche scuola venga messa in questo contenitore: chiediamo di interrompere il percorso”.
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