Saranno esposti anche due dipinti e alcuni preziosi tessuti prestati dal Museo civico d’arte di Modena nella mostra “La Nuova Moda tra Cinquecento e Seicento” che inaugura mercoledì 7 maggio nella Villa d’Este di Tivoli (visitabile fino al 19 ottobre).
I tessuti che sono stati selezionati per la mostra di Tivoli appartengono alla raccolta Gandini che fa parte del percorso espositivo dei Musei civici di Palazzo dei Musei, ed è considerata tra le collezioni più importanti d'Italia. Velluti cesellati, damaschi, lampassi contribuiscono a raccontare l'evoluzione della moda e del costume in Europa dagli inizi del Cinquecento fino al secolo successivo.
I dipinti inviati, selezionati per gli abiti raffigurati, sono due: “Giuditta taglia la testa a Oloferne” di Luca Ferrari e un dipinto di pittore veneto avente per tema una scena matrimoniale. L'obiettivo della mostra di Tivoli, infatti, è offrire una sintetica panoramica sulla moda del tempo attraverso il dialogo tra i dipinti, in cui sono rappresentati gli abiti, e una selezione di costumi di scena ideati e realizzati dalla “Sartoria Farani” che vanta una lunga attività nel cinema e nel teatro.
“La sala Gandini del Museo civico d’arte di Modena dalla quale provengono i frammenti esposti – recita la didascalia realizzata per la mostra di Tivoli - offre un suggestivo ‘campionario’ di frammenti tessili compresi tra Medioevo e Ottocento. La collezione fornisce una significativa campionatura di quel momento che, tra Cinque e Seicento, vede una netta distinzione tra i tessuti d’arredo e quelli per l’abbigliamento. I primi mantengono i sontuosi disegni a grande rapporto in uso nel Rinascimento, i secondi si caratterizzano invece per la riduzione dei motivi decorativi i quali, pur ispirandosi al mondo vegetale, tendono a una forte astrazione. I damaschi e i velluti cesellati si coprono di minute teorie parallele e sfalsate di tronchetti con foglie arricciate - le mazze o bastoni rotti- rigidamente incasellati entro maglie regolari. Tali griglie hanno talvolta il sopravvento e finiscono per eliminare ogni elemento riconoscibile; rombi, quadrati, linee sinuose o zigzaganti si stagliano tinta su tinta sfruttando il rilievo dato dai ceselli vellutati o il gioco lucido/opaco del damasco…
…I disegni minuti e ricercati come gemme – conclude la didascalia preparata per la mostra di Titoli - nel secondo decennio del Seicento cominciano a ingrandirsi e a separasi: mazzi di fiori, foglie e corolle singolarmente definite, si allontanano tra loro, occupando campiture precise su fondi uniti: è il momento di duttili rasi e taffetas laminati e broccati, ancora una volta in sintonia con i dettami di una moda sempre più svincolata dalle imposizioni di un unico riferimento”.
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