Sono stati 306 a Modena nell’anno 2013 i minori collocati fuori dalla famiglia d’origine: 184 in affido familiare; 122 quelli in comunità. Rispetto all’anno precedente (erano 340 i minori affidati), sono diminuiti i collocamenti in comunità (erano 174 nel 2012) e aumentati (erano 166 nel 2012) gli affidamenti a famiglie che si sono rese disponibili all’accoglienza.
Un trend che recepisce quanto indicato nelle “Linee guida in materia di affidamento familiare e di collocamento di persone di minore età in comunità” del Comune di Modena, dove per altro si ribadisce che l’intervento di collocamento in comunità può essere attivato solo in via residuale, qualora non sia possibile l’inserimento in una famiglia affidataria, poiché una famiglia attiva relazioni emotive affettive intense, maggiormente rispondenti alle esigenze dei bambini che hanno la necessità di sviluppare legami stabili e sicuri con gli adulti.
In materia di affidamento familiare e di collocamento di persone di minore età in comunità, la Giunta ha recentemente approvato le linee guida, elaborate dall’assessorato alle Politiche sociali in collaborazione con famiglie affidatarie e rappresentanti delle comunità.
Le Linee guida definiscono diritti dei minori, diritti e doveri delle famiglie affidatarie e delle comunità d’accoglienza, oltre che modalità organizzative, percorsi formativi e forme di coordinamento. Rappresentano, inoltre, il completamento di nuove forme di accoglienza e supporto alle famiglie e a bambini e adolescenti con il coinvolgimento dei professionisti dei servizi sociali, educativi, sanitari, del mondo della scuola, del volontariato e prima di tutto delle famiglie.
Attraverso le linee guida, il Comune di Modena riconosce innanzitutto il diritto del minore a crescere all’interno della propria famiglia e definisce obiettivi prioritari la promozione di reti di comunità in grado di creare legami che sostengano le famiglie in situazioni di fragilità e la prevenzione di ogni forma di allontanamento famigliare attraverso l’attivazione di interventi e servizi a sostegno delle funzioni genitoriali e dei compiti di cura ed educazione dei genitori. Lo sviluppo di linee di lavoro con le famiglie deve, pertanto, privilegiare l’offerta di servizi o opportunità di prossimità e domiciliarità consolidando esperienze di integrazione tra servizi e cittadini. Inoltre, vengono promosse azioni messe in campo dalla comunità solidale come forma di prevenzione di situazioni ‘vulnerabili’, a rischio di esclusione sociale o maggiormente compromesse.
Solo qualora siano necessarie forme di protezione che richiedono un collocamento extra famigliare, il Comune, tramite i Servizi sociali, garantisce a ciascun bambino o adolescente un percorso educativo personalizzato, progettato all'interno di un quadro di risposte differenziate, in grado di soddisfarne gli specifici bisogni di sostegno, tutela, riparazione e accompagnamento, anche oltre il diciottesimo anno d'età. Le linee guida, recependo la direttiva regionale, definiscono quindi che gli interventi di collocamento fuori dalla famiglia di origine vengono attivati su mandato dell’autorità giudiziaria e solo in situazioni di grave pericolo per l’integrità fisica e psichica dei minori. In questi casi, l’Amministrazione comunale, in qualità di pubblica autorità, emana un provvedimento amministrativo, che prevede il collocamento in luogo sicuro sino a disposizioni dell’autorità giudiziaria.
E proprio con la finalità di sviluppare ulteriormente il sostegno alla genitorialità e la prevenzione della collocazione fuori dalla famiglia di origine dei minori, nella mattina di sabato 10 maggio il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore alle Politiche sociali e abitative Francesca Maletti hanno partecipato all’inaugurazione in città di un Centro a sostegno della genitorialità e per la tutela dei minori gestito dalla cooperativa Piccola Città in via Borri 25.
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