La sala Grande della Galleria civica di Modena a Palazzo Santa Margherita (corso Canalgrande 103) per una sera si trasforma in sala cinematografica, con ingresso libero fino a esaurimento posti. Succede giovedì 8 maggio alle 21, con la proiezione di “Italiani veri” (2013), un film di Marco Raffaini e Giuni Ligabue. Vincitore del Premio del pubblico al Biografilm Festival di Bologna nel 2013, è un documentario sullo straordinario successo della canzone italiana in Russia e nei Paesi dell’ex URSS negli ultimi 50 anni.
La narrazione parte dall’inizio degli anni 60, quando la voce di Robertino, il bambino prodigio, che all’epoca aveva dodici anni, entra in Unione Sovietica e si diffonde fino a fargli vendere più di 50 milioni di dischi. La sua popolarità è talmente grande che Valentina Tereshkova, la prima donna cosmonauta, chiede di poter ascoltare le sue canzoni a bordo della navicella spaziale, mentre in occasione di un incontro di calcio a Mosca tra le nazionali URSS e Italia, gli altoparlanti dello stadio diffondono, prima dell’esecuzione degli inni nazionali, una canzone di Robertino.
Negli anni Ottanta la televisione sovietica inizia a trasmettere ogni anno la serata finale del Festival di Sanremo, vera e propria finestra sul “libero” Occidente, e le canzoni italiane di musica leggera possono essere ascoltate senza censure, a differenza di quanto avveniva con i maggiori gruppi rock inglesi e americani. Questo fa sì che la fama dei cantanti italiani più rappresentativi (Toto Cutugno, Adriano Celentano, Al Bano e Romina Power, Pupo, Ricchi e Poveri, Riccardo Fogli, solo per citarne alcuni) raggiunga ogni angolo di un paese sconfinato.
Risalgono agli anni Ottanta anche le prime esibizioni dal vivo dei cantanti italiani in Unione Sovietica, in stadi e palazzetti da tutto esaurito.
Oggi, a più di vent’anni dal crollo dell’URSS, la loro popolarità resiste, grazie anche a un nuovo modo di proporsi: le esibizioni in duetto con artiste e artisti russi.
Il film ripercorre le tappe di questo successo, cerca di spiegarne le ragioni profonde e ne rintraccia le radici nell’immenso favore che la cultura italiana gode presso la popolazione russa, fin da quando, nell'Ottocento, gli artisti russi, pittori e scrittori, raccontarono l’Italia, e più tardi quando in Unione Sovietica si diffusero i film del Neorealismo italiano.
Il film documentario “Italiani veri” si sviluppa attraverso interviste ai maggiori protagonisti di questo successo (Robertino, Al Bano, Pupo, Toto Cutugno), a cantanti russi e russe che hanno collaborato con loro (Tat’jana Bulanova, Svetlana Svetikova, Diana Gurtskaja), a esponenti della scena underground pietroburghese (Oleg Garkusha, Viktor Sologub), a critici musicali, giornalisti, professori universitari e a semplici appassionati di musica italiana.
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