08/04/2014

TEATRO, 11 RAGAZZI SUL PALCO PER DENUNCIARE LA MAFIA

“Silenzio stampa - noi che la mafia non la sentiamo nemmeno di striscio”: il 10 aprile alla Tenda di Modena lo spettacolo teatrale del Gruppo dello Zuccherificio

"Silenzio stampa - noi che la mafia non la sentiamo nemmeno di striscio" è il titolo dello spettacolo teatrale realizzato dal Gruppo dello Zuccherificio e portato in scena da 11 ragazzi del liceo classico Dante Alighieri di Ravenna, che farà tappa giovedì 10 aprile alle 21 alla Tenda di Modena. Lo spettacolo inaugura una settimana che nella struttura di viale Molza (angolo Monte Kosica 95) gestita dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena sarà all’insegna di impegno e memoria.

Lorenzo Carpinelli, autore della sceneggiatura originale di “Silenzio stampa” ha trasposto le informazioni contenute nel dossier “Le mafie in Emilia Romagna” curato dalla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna in collaborazione con Gaetano Alessi, a cui ha contribuito anche il Gruppo dello Zuccherificio. Lo spettacolo racconta e indaga, denuncia stereotipi e verità scomode, ancora poco diffuse. L'azione teatrale dà empatia alle vicende in scena rivelando quanto la mafia sia ben radicata anche nel nord. Le vicende in scena risultano avere un significativo potere educativo perché raccontate da ragazzi sui 20 anni immedesimati in personaggi, spesso coetanei, ai quali la mafia strappa pezzi di vita segnandola indelebilmente. “Il giudice Antonino Caponnetto – affermano i ragazzi del gruppo dello Zuccherificio – disse che la mafia teme la scuola più che la giustizia, un messaggio rivolto a tutti coloro che influenzano la capacità dei giovani di intendere e volere essere cittadini. Durante questo lungo periodo di stanchezza dell'informazione di massa l'indifferenza spalleggia le mafie nelle infiltrazioni al nord e la crisi dell'impegno e della partecipazione non genera gli anticorpi adeguati per sviluppare una cultura della legalità diffusa. Quando però sono le nuove generazioni a caricarsi della responsabilità della lotta alla mafia possiamo sostenere con più fiducia, usando le parole di Giovanni Falcone, che ‘la mafia, in quanto fenomeno umano, ha un principio, una sua evoluzione e una sua fine’.

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