09/04/2014

“TACCUINI” / 2 – IL CENTRO DI SASSUOLO DELLA SOPRINTENDENZA

Nel cantiere di pronto intervento ospitati 1630 manufatti ; 715 oggetti messi in sicurezza All’opera 19 restauratori; in banca dati 5mila fotografie e 4mila schede sugli interventi

In occasione della presentazione ai giornalisti del numero speciale della rivista “Taccuini d’arte” dedicata al terremoto 2012, la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle province di Modena e Reggio Emilia ha presentato dati e caratteristiche sul lavoro tuttora in corso nel centro di raccolta di Sassuolo a Palazzo Ducale e cantiere di pronto intervento per il sisma.

Dalla fine di maggio 2012, gli ambienti del pianterreno del Palazzo Ducale di Sassuolo sono stati individuati dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia – Romagna e dalla Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle province di Modena e Reggio Emilia, come Centro di raccolta e cantiere di pronto intervento con il duplice obbiettivo di offrire un ricovero sicuro alle opere recuperate all’interno degli edifici danneggiati e per provvedere alla loro messa in sicurezza, qualora fossero state gravemente danneggiate.

Superata la fase emergenziale dei primi mesi, la sua attività sta proseguendo ininterrottamente soprattutto a supporto delle attività dei cantieri di messa in sicurezza strutturale avviati sul territorio. Finora è stata data ospitalità a 1630 manufatti appartenenti a tipologie e materiali differenti, provenienti da tutte e quattro le province colpite dal sisma (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia). Grazie ai fondi messi a disposizione dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Regione Emilia - Romagna e dalla Fondazione cassa di risparmio di Modena, è stato possibile finora provvedere alla messa in sicurezza di 715 oggetti. In nove mesi di lavoro, tra settembre 2012 e ottobre 2013, diciannove restauratori hanno operato sotto la supervisione scientifica dei due Istituti Centrali del Restauro (L’Istituto Superiore per la conservazione e il Restauro di Roma e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze) e il coordinamento organizzativo dello staff della Soprintendenza di Modena. A questo gruppo di restauratori si sono poi affiancati in momenti diversi e per periodi di tempo limitato gli studenti delle Scuole di Alta Formazione dei rispettivi istituti centrali, a cui si è aggiunto anche il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, che hanno avuto l’opportunità di svolgere i propri tirocini formativi fornendo un prezioso contributo alle attività del cantiere di pronto intervento.

Tutta la documentazione prodotta (oltre 5mila immagini fotografiche e 4mila schede relative agli interventi di messa in sicurezza) è stata completamente digitalizzata all’interno della banca dati SiCAR (Sistema informativo per i Cantieri di restauro) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in continuo aggiornamento da parte della Soprintendenza di Modena, cui possono accedere anche gli enti pubblici e privati proprietari, nonché i restauratori che ne fanno richiesta, per consultare e ottenere informazioni sulle opere ricoverate temporaneamente a Sassuolo. Con la riapertura del cantiere di messa in sicurezza nel prossimo mese di maggio, il Centro di Raccolta prevede di riuscire a portare a termine tutta la messa in sicurezza degli oggetti rimasti. Si tratta di un’importante premessa per la realizzazione dei veri e propri restauri, che richiederanno tempi e modalità differenti a seconda della tipologia di degrado e dei materiali costitutivi, e che dovranno vedere protagonisti i professionisti del restauro esterni al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli Enti proprietari delle opere. Il tutto finalizzato al ritorno delle opere ai luoghi e alle comunità di origine.

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