In occasione della presentazione ai giornalisti del numero speciale della rivista “Taccuini d’arte” dedicata al terremoto 2012, la Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle province di Modena e Reggio Emilia ha presentato dati e caratteristiche sul lavoro tuttora in corso nel centro di raccolta di Sassuolo a Palazzo Ducale e cantiere di pronto intervento per il sisma.
Dalla fine di maggio 2012, gli ambienti del pianterreno del Palazzo Ducale di Sassuolo sono stati individuati dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia – Romagna e dalla Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle province di Modena e Reggio Emilia, come Centro di raccolta e cantiere di pronto intervento con il duplice obbiettivo di offrire un ricovero sicuro alle opere recuperate all’interno degli edifici danneggiati e per provvedere alla loro messa in sicurezza, qualora fossero state gravemente danneggiate.
Superata la fase emergenziale dei primi mesi, la sua attività sta proseguendo ininterrottamente soprattutto a supporto delle attività dei cantieri di messa in sicurezza strutturale avviati sul territorio. Finora è stata data ospitalità a 1630 manufatti appartenenti a tipologie e materiali differenti, provenienti da tutte e quattro le province colpite dal sisma (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia). Grazie ai fondi messi a disposizione dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Regione Emilia - Romagna e dalla Fondazione cassa di risparmio di Modena, è stato possibile finora provvedere alla messa in sicurezza di 715 oggetti. In nove mesi di lavoro, tra settembre 2012 e ottobre 2013, diciannove restauratori hanno operato sotto la supervisione scientifica dei due Istituti Centrali del Restauro (L’Istituto Superiore per la conservazione e il Restauro di Roma e l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze) e il coordinamento organizzativo dello staff della Soprintendenza di Modena. A questo gruppo di restauratori si sono poi affiancati in momenti diversi e per periodi di tempo limitato gli studenti delle Scuole di Alta Formazione dei rispettivi istituti centrali, a cui si è aggiunto anche il Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, che hanno avuto l’opportunità di svolgere i propri tirocini formativi fornendo un prezioso contributo alle attività del cantiere di pronto intervento.
Tutta la documentazione prodotta (oltre 5mila immagini fotografiche e 4mila schede relative agli interventi di messa in sicurezza) è stata completamente digitalizzata all’interno della banca dati SiCAR (Sistema informativo per i Cantieri di restauro) del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, in continuo aggiornamento da parte della Soprintendenza di Modena, cui possono accedere anche gli enti pubblici e privati proprietari, nonché i restauratori che ne fanno richiesta, per consultare e ottenere informazioni sulle opere ricoverate temporaneamente a Sassuolo. Con la riapertura del cantiere di messa in sicurezza nel prossimo mese di maggio, il Centro di Raccolta prevede di riuscire a portare a termine tutta la messa in sicurezza degli oggetti rimasti. Si tratta di un’importante premessa per la realizzazione dei veri e propri restauri, che richiederanno tempi e modalità differenti a seconda della tipologia di degrado e dei materiali costitutivi, e che dovranno vedere protagonisti i professionisti del restauro esterni al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e gli Enti proprietari delle opere. Il tutto finalizzato al ritorno delle opere ai luoghi e alle comunità di origine.
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