“A Modena lo stato di famiglia anagrafico, formalizzato con la registrazione in un unico stato di famiglia dei due dichiaranti, indipendentemente da sesso e tipo di rapporto che li lega, costituisce la base per poter accedere a tutti i servizi o godere di determinati benefici evitando discriminazioni rispetto alla famiglia tradizionalmente costituita. Quindi l’obiettivo perseguito con l’istituzione dei registri delle unioni civili viene di fatto già garantito da questa Amministrazione comunale”. Lo ha detto l’assessore comunale agli Affari generali e Servizi demografici Simona Arletti rispondendo a un’interrogazione di Federico Ricci (Sel) nel Consiglio comunale di giovedì 3 aprile.
Il capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà, ricordando che il sindaco della capitale ha annunciato che Roma avrà presto un Registro delle Unioni civili, ha chiesto se ciò potrà avvenire “presto o comunque entro la fine del mandato amministrativo anche per Modena”.
L’assessore Arletti ha precisato che “l’accesso ai servizi in tutti quegli ambiti su cui il Comune può intervenire - cioè nelle aree di politiche abitative, servizi sociali e socio-sanitari, politiche per i giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, partecipazione civile – a Modena già si appoggia sul concetto di famiglia anagrafica (definita dal legislatore ‘insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune’). La normativa attuale non consente però al Comune di disciplinare gli aspetti più delicati che riguardano le unioni civili, come quello della salute, delle disposizioni sul proprio corpo, dei diritti ereditari, per i quali la competenza legislativa è nazionale e regionale. L’Amministrazione pertanto – ha concluso Arletti - non esclude che in futuro, a fronte di una nuova normativa nazionale, si possa arrivare al registro o a implementare forme simili”.
L’interrogante Ricci ha ribadito che “siamo in gravissimo ritardo rispetto alle altre democrazie” e ha avvertito “il rischio è di scaricare sul Comune un ritardo legislativo nazionale”; ha infine ricordato come già un odg approvato dal Consiglio comunale esortasse il Parlamento a predisporre il Registro delle unioni civili”.
L’interrogazione è stata discussa nell’ambito della trattazione della proposta di delibera presentata da Sandra Poppi di Msa per il “Riconoscimento delle Unioni civili”, sospesa in seguito all’approvazione da parte del Consiglio della richiesta di sospensiva di Paolo Trande del Pd.
Illustrando la proposta di regolamento finalizzato all’istituzione presso il Comune di Modena del Registro delle Unioni civili, Sandra Poppi ha sottolineato che essa risaliva all’agosto 2012 e ha presentato due emendamenti al testo “allo scopo di eliminare i contenuti tecnici che potevano creare confusione, mantenendo la valenza politica legata all’istituzione del registro e al rilascio di un attestato di unione civile basata sul vincolo affettivo per gli usi necessari al riconoscimento di diritti e benefici”.
Per il capogruppo del Pd “gli emendamenti hanno creato un problema di sostanza, poiché la delibera discussa sino ad oggi non esiste più e il testo attuale si limita a proporre uno atto giuridico notarile. Il punto di arrivo per noi – ha spiegato - è che tutte le famiglie anagrafiche di Modena hanno gli stessi diritti; il registro sarebbe un passo indietro, ma non escludo che emendando il testo ci possa essere un’acquisizione di diritti, quindi chiedo che si convochi con urgenza una commissione per approfondire la questione e tornare in Consiglio lunedì”.
Il capogruppo di Mf Nicola Rossi è invece intervenuto contro la sospensiva “perché tutti gli elementi sono stati dipananti e chiedo si proceda alla discussione”, ma la richiesta è stata approvata e la presidenza del Consiglio ha annunciato la convocazione di una Commissione per sabato 5 aprile.
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