Vengono ridotti i tempi per l’approvazione del progetto di dismissione degli impianti di telefonia mobile da 90 a 30 giorni, eliminate le procedure di rinnovo delle autorizzazioni e abolito il pagamento dei diritti istruttori per le pratiche amministrative. Viene inoltre confermato il divieto di installazione delle stazioni radio base sugli edifici di valore storico, architettonico e monumentale e, colmando un vuoto normativo, vengono definite un una serie di sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto delle nuove procedure amministrative.
Sono le principali novità introdotte nel nuovo testo del Regolamento per l’installazione e l’esercizio degli impianti di telecomunicazione per telefonia mobile con l’approvazione del Consiglio comunale, nella seduta di oggi, giovedì 6 marzo, di una delibera che prevede una serie di modifiche. Si sono espressi a favore Pd, Sel e Udc, contro Fratelli d’Italia, Etica e legalità, Modena futura e Nuovo centrodestra, astenuto FI-Pdl.
“La revisione del Regolamento – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Simona Arletti presentando la delibera – si propone di allineare il nostro strumento normativo alle disposizioni di legge, semplificando le procedure amministrative, ma vuole mantenere un maggior livello di attenzione e tutela con riferimento all’aspetto paesaggistico degli interventi, introducendo anche precise sanzioni per i gestori che non rispettino le prescrizioni del Comune”. Le norme nazionali, infatti, non hanno previsto un quadro sanzionatorio nel caso di violazioni ai nuovi procedimenti e “al fine di accelerare la realizzazione degli investimenti per il completamento della rete di banda larga mobile” (dl 40/2010), hanno semplificato le procedure al punto di eliminare il divieto di installazione delle stazioni radio sugli edifici di valore storico, architettonico e monumentale. Arletti ha ricordato che attualmente nel territorio comunale di Modena gli impianti di telefonia mobile sono 222 e ha rassicurato sul fatto che “le tutele per la salute sono tutte confermate da parte degli enti preposti al controllo, cioè Arpa e Ausl”.
Con le modifiche al Regolamento, inoltre, viene esteso il campo di applicazione dello stesso alle nuove tecnologie (sistemi LTE, DVB-H, WI-max) precedentemente non esistenti e quindi non normate, definito l’iter procedurale cui sottoporre l’installazione e modifica degli impianti al servizio delle nuove tecnologie, e prevista la possibilità in via ordinaria e non più straordinaria di presentare nuove istanze di autorizzazione al di fuori della programmazione annuale, per non più di quattro volte l’anno. In caso di installazione di impianti di debole potenza e ridotte dimensioni diventa sufficiente una semplice autocertificazione e viene eliminato l’obbligo di richiedere parere di compatibilità paesaggistica per interventi di modifica dell’impianto che non comportano un significativo incremento dell’impatto visivo. Il parere di compatibilità paesaggistica della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio, infine, che per legge rimane obbligatorio esclusivamente per gli interventi che interessano edifici di valore storico-architettonico, culturale e testimoniale individuati dagli strumenti urbanistici comunali, negli altri contesti di maggior pregio viene sostituito con il parere del settore Pianificazione territoriale ed edilizia privata.
Sul tema è intervenuto il consigliere Stefano Goldoni del Pd, che ha evidenziato come si tratti di una delibera “tecnica” e “non politica”. Il consigliere ha riepilogato le novità introdotte dalle modifiche al Regolamento, “che rappresenta un adeguamento alle normative nazionali e regionali – ha aggiunto – e attiva un percorso di semplificazione amministrativa tale da rendere le procedure più efficaci, trasparenti e vicine alle imprese”.
Secondo Eugenia Rossi di Etica e legalità dalla delibera “si capisce quanto sono scarsi i poteri degli enti locali su certe questioni. C’è una mancanza di consapevolezza da parte dello Stato sul problema dell’elettromagnetismo, così come del rumore, legato alla salute. La delibera – ha proseguito – tenta di inserire correttivi, sicuramente migliorativi ma non sufficienti. Chiedo quindi all’assessore di farsi portatrice attiva presso Regione e Stato della richiesta di andare verso una normativa diversa, che tuteli maggiormente il nostro territorio. Per adesso non mi sento di votare un regolamento di questo genere”.
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