“L’attività di vigilanza tramite impianti audiovisivi e altre apparecchiature di controllo remoto oggetto dell’accordo non è in alcun modo finalizzata a controlli, anche indiretti, sull'attività dei lavoratori, ma è diretta esclusivamente alla sicurezza dei luoghi, dei beni e delle persone in presenza di rischi concreti che necessitano di essere monitorati, soprattutto al fine di prevenire specifici reati contro il patrimonio e la persona”.
Lo precisa la stessa proposta di accordo “Impianti audiovisivi e altre apparecchiature di controllo remoto”, su cui da tempo il Comando della Polizia municipale sta lavorano a stretto confronto con le Rappresentanze sindacali unitarie. Dopo l’allarme lanciato sulla stampa locale, a seguito dell’assemblea dei lavoratori che si è svolta venerdì 28 febbraio, l’Amministrazione intende rassicurare sul fatto che l’eventuale accordo non rappresenta alcuna minaccia per la privacy degli operatori.
In particolare, l’ultima versione della proposta di accordo, modificata sulla base delle argomentazioni emerse al tavolo tecnico di confronto con le Rsu, vede, già dal dicembre scorso, stralciata l’ipotesi di installazione di telecamere all’interno di autoveicoli della Polizia municipale (rivolte verso le cellule trasparenti di sicurezza): pur essendo considerato un elemento di tutela per gli operatori in caso di trasporto di fermati, il Comune e la Rsu hanno infatti deciso di eliminare questo aspetto rimandando a un confronto più articolato in futuro. La proposta di accordo tocca invece temi come la presenza di telecamere all’interno del Comando, decisa in accordo con i sindacati prima del trasferimento nella nuova sede, la localizzazione tramite gps dei mezzi della Municipale e la registrazione delle chiamate in entrata alle postazioni della centrale operativa (già prevista dal 2005) e delle comunicazioni radio con le singole unità.
“Tutti gli aspetti regolamentati dall’accordo vanno nella direzione della sicurezza e della tutela del lavoratore, oltre che dei cittadini”, precisa l’Amministrazione. “Attraverso la localizzazione, ad esempio, è possibile raggiungere una pattuglia che chiede aiuto o rinforzi in tempi molto più rapidi. Lo stesso obiettivo è quello che ci si pone con la registrazione delle comunicazioni: a volte non è comprensibile al primo ascolto la località segnalata ed è necessario poter riascoltare la conversazione”. Su questo aspetto, il Comune evidenzia inoltre come tutte le forze dell’ordine e le strutture che si occupano di emergenza siano dotate di un sistema equivalente di registrazione delle chiamate.
“Troviamo quindi anomala – aggiungono dal Comune – la posizione di rifiuto espressa in assemblea da alcuni rappresentanti sindacali; ancor più dal momento che il confronto su questi aspetti è aperto da tempo: il tema della necessità di un accordo, soprattutto nell’interesse dell’operatore, è stato posto al confronto attraverso un tavolo tecnico di settore per la prima volta nel 2011 e, da allora, sono seguiti numerosi momenti di raffronto informale, durante la prima stesura, tra rappresentanti sindacali interni al settore e il comandante, con il pieno appoggio dell’Amministrazione, e formale, con la presentazione ufficiale alle Rsu della proposta di documento, lo scorso autunno. Negli ultimi incontri, tra l’altro – aggiungono infine da Piazza Grande – le rappresentanze sindacali hanno richiesto modifiche al testo che sono state tutte accolte. Non comprendiamo quindi la posizione di chiusura ora assunta”.
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