Gli archivi dell’Istituto Sigonio, che sono ancora in via Saragozza, saranno ricollocati nell’attuale sede della scuola, in via dei Lancellotti. Lo ha detto l’assessore comunale all’Istruzione Adriana Querzé rispondendo nella seduta del Consiglio comunale di oggi, giovedì 6 febbraio, all’interrogazione trasformata in interpellanza del consigliere di FI-Pdl Sandro Bellei sulla situazione dell’archivio dopo il trasloco dell’Istituto superiore nella nuova sede delle ex scuole medie Marconi, reso necessario in seguito agli eventi sismici del maggio 2012. Il consigliere ha chiesto, nel dettaglio, “cosa si può fare, prima che sia troppo tardi, per trovare un'adeguata sistemazione allo storico archivio della scuola, che è rimasto ancora nella vecchia sede, non trovando posto in quella nuova, e che rischia di andare disperso nonostante contenga interessanti documenti sulla storia della città, come le pagelle di alcuni importanti allievi, fra i quali anche Luciano Pavarotti, Francesco Guccini ed Edmondo Berselli”.
L’assessore ha spiegato che “proprio nei giorni scorsi, con tecnici dell’archivio storico comunale, si sono concordate le procedure per il trasferimento dell’archivio dell’Istituto, che consta di una parte storica e di una parte corrente, utilizzata dalla scuola per le normali attività amministrative. La parte storica – ha proseguito – notificata e provvista del regolare elenco di consistenza, sarà trasferita all’interno della scuola non appena acquisita l’autorizzazione della Sovrintendenza. Sulla parte corrente si effettueranno le normali operazioni di scarto e si procederà ugualmente al trasferimento nella scuola”. In entrambi i casi, sarà necessario il nulla osta dei Vigili del Fuoco e il Comune si farà carico di realizzare gli eventuali dispositivi di sicurezza previsti dalla normativa antincendio.
Querzé ha ricordato inoltre che il trasferimento del Sigonio “dalla sede storica a un edificio notevolmente più ampio ha reso possibile la riunificazione della sede principale e della succursale, con notevole ottimizzazione delle possibilità di impiego del personale scolastico. Nella fase post sisma – ha proseguito – si sono affrontate numerose altre problematiche organizzative e gestionali e realizzati interventi edili sulla nuova sede, trasloco di arredi scolastici per oltre 900 persone tra studenti e insegnanti, riattivazione delle segreterie e dei laboratori. Successivamente ci siamo occupati di quanto era rimasto nella sede di via Saragozza, cioè di tutto il materiale librario e, appunto, dell’archivio”. I circa 9.000 volumi di cui era composta la biblioteca specializzata di ambito socio-psico-educativo, di proprietà comunale, sono stati trasferiti al Memo incrementando la biblioteca specializzata qui esistente. “Questa operazione ha consentito di unificare un patrimonio librario di 24.000 volumi – ha affermato Querzé – che, dopo l’inaugurazione del settembre 2013, è oggi a disposizione di studenti, ricercatori e insegnanti”. L’assessore ha inoltre aggiunto che Comune, Amministrazione scolastica e associazione Amici del Sigonio, recentemente costituitasi, sono parte attiva nello sforzo di conservazione del patrimonio che consta anche di materiali e sussidi didattici a prevalente contenuto scientifico. “Anche per questi ultimi – ha precisato – si sta studiando una collocazione e, soprattutto, modalità per renderli accessibili a studiosi, cultori della materia, insegnati e studenti. Infatti, proprio lo studio e la contestualizzazione di materiali di questo tipo consente di comprendere come si è evoluta la didattica e gli stessi contenuti delle materie scientifiche veicolate dalla scuola”. L’assessore Querzé ha infine rassicurato sul buono stato sia del materiale librario sia di quello archivistico e didattico.
William Garagnani del Pd è intervenuto sul tema per evidenziare “il problema più generale degli archivi scolastici. Il ministero dei Beni culturali ha stabilito che ogni pezzo di carta delle istituzioni scolastiche è potenzialmente un bene culturale, una volta tolto lo scarto. A Modena esiste una regia che dica alle scuole come comportarsi con questi documenti?”, ha chiesto. “Servirebbe una consulenza scientifica da parte di un ente storico che si occupi di archivi e di storia contemporanea”. Nella replica, il consigliere Bellei si è detto “soddisfatto” della risposta dell’assessore e ha ripreso l’interrogativo posto dal consigliere Garagnani: “Cosa viene considerato scarto?”, ha domandato. “Il problema di chi deve decidere cosa mantenere e cosa scartare esiste – ha affermato – e sarebbe importante un contributo dell’archivio storico comunale”.
In chiusura, l’assessore Querzé ha rassicurato sul fatto che “tutti gli archivi che hanno 40 anni sono notificati presso la Sovrintendenza. Lo scarto non è a discrezione del personale – ha precisato – ma definito dal ministero. Ad esempio, tutto ciò che riguarda i titoli di studio, i registri o gli altri strumenti di programmazione deve essere conservato. Inoltre, operatori dell’archivio storico comunale spesso vanno a fare formazione al personale docente e possono offrire informazioni anche al personale amministrativo sulla gestione dell’archivio”.
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