14/02/2014

EX CONSORZIO AGRARIO, OK DEFINITIVO ALLA VARIANTE

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera che prevede la divisione della zona in tre distinte aree per consentire lo sviluppo autonomo di ogni settore

La zona dell’ex Consorzio agrario sarà divisa in tre distinte aree, ciascuna corrispondente alle diverse proprietà (Esselunga, Coop Estense e Comune di Modena) per consentire lo sviluppo autonomo e anche per stralci di ogni settore. In caso di accordo, rimarrà, comunque, la possibilità di attuare la riqualificazione in maniera congiunta per aree contigue. Il Consiglio comunale, dopo l’adozione dello scorso settembre e trascorso il periodo di pubblicazione previsto, nella seduta di giovedì 13 febbraio, ha infatti dato l’ok definitivo alla variante al Poc, Piano operativo comunale, e alla relazione illustrativa di controdeduzioni all’unica osservazione pervenuta dalle associazioni di categoria e ai pareri espressi da Arpa, Ausl e Provincia. Si sono espressi a favore Pd e Udc, contro FI-Pdl, Modena futura e Nuovo centro destra, astenuti Sel e Modenasaluteambiente.it.

L’osservazione poneva l’accento su “gli effetti di sovradomensionamento della rete commerciale” derivanti dalla variante, ma l’Amministrazione ha precisato che il provvedimento non introduce incrementi di superficie commerciale e che la normativa nazionale in materia di liberalizzazioni “preclude al Comune valutazioni nel merito della asserita saturazione di mercato dell’offerta già in essere”.

“Sul comparto edilizio dell’ex Consorzio agrario – ha affermato l’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi presentando la delibera – esistono da molto tempo precise previsioni in fatto di destinazioni d’uso, procedure e quantità massime realizzabili: sono tutte confermate. Di nuovo c’è solo la rimozione del vincolo che legava le proprietà a un intervento unitario e che, in questi 12 anni, ha causato una situazione di stallo, diventata insostenibile nel momento in cui, faticosamente, quella parte della città inizia a riqualificarsi. Le due proprietà dell’area insieme al Comune – ha aggiunto – sono ora libere di muoversi indipendentemente l’una dalle altre, elaborando ciascuna il proprio Piano attuativo. Per quanto riguarda la parte comunale ritengo che, trattandosi di una quota marginale e non avendo risorse per intervenire, sarebbe preferibile venderla, ma su questo deciderà la prossima Amministrazione”.

Le capacità insediative e le destinazioni d’uso verranno ripartite sulle nuove aree elementari in quota proporzionale rispetto alle rispettive superfici territoriali: sia per le previsioni delle strutture di vendita (alimentare e non alimentare fino al massimo di 1.500 metri quadri) sia per alloggi e attività produttive. In particolare, dei 175 alloggi previsti in tutto il comparto (per una superficie residenziale totale di 17.500 metri quadri), 130 sono attribuiti all’area Esseleunga, 26 a quella Coop Estense, 19 a quella del Comune. Allo stesso modo vengono suddivisi i 13.950 metri quadri di funzioni produttive, 2.900 dei quali sono per il commerciale: 10.323 metri quadri nell’area Esselunga (2.159 di commerciale), 2.093 metri quadri nell’area Coop Estense (426 di commerciale), 1.534 metri quadri nell’area del Comune (315 di commerciale). Ai servizi e alle infrastrutture di interesse collettivo sono riservati complessivamente 24.500 metri quadri. Sono previste, tra le altre opere, aree di verde pubblico, una piazza e percorsi ciclopedonali.

“Il Comune – ha aggiunto l’assessore – nel corso del tempo ha fatto numerosi tentativi affinché le proprietà coinvolte arrivassero alla formulazione di una ipotesi progettuale congiunta in modo da garantire un’attuazione coordinata del comparto. Questo fino a oggi non è stato possibile e si è ritenuto necessario un intervento in grado di sbloccare quell’area di oltre 111 mila metri quadri da troppo tempo in degrado, che giudichiamo strategica per lo sviluppo della città”. Con la variante, comunque, l’Amministrazione, attraverso le procedure di autorizzazione dei piani particolareggiati, non perderà l’opportunità di coordinare la progettazione delle parti pubbliche, cioè delle opere di urbanizzazione primaria e delle dotazioni territoriali, ritenute necessarie per collegare la Stazione intermodale a sud della ferrovia con il Mercato bestiame e di completare il collegamento ciclopedonale previsto in senso nord-sud tra le aree oltre la ferrovia e il centro storico.

Sul tema è intervenuta Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it che ha espresso l’auspicio “che la vicenda sia definitivamente chiusa perché la zona interessata è in degrado totale ed è necessario intervenire. Mi restano dubbi sulla destinazione, sull’armonia e sul disegno complessivo dell’area – ha aggiunto – ma spero sia davvero il modo per unire il centro storico con questa parte di città che ha bisogno di essere valorizzata”.

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