01/12/2014

TERRAMARE, STORIE DI MORTE E DI VITA IN UNA NUOVA MOSTRA

Dal 14 dicembre “Le urne dei forti” a Palazzo dei Musei metterà “in scena” le scoperte dagli scavi nella necropoli di Casinalbo e da ricerche con nuove tecniche archeologiche

Ci svelano aspetti non solo dei rituali funerari nelle Terramare, ma anche informazioni sulla vita di una comunità della pianura padana di oltre tremila anni fa, gli scavi alla necropoli dell’età del bronzo di Casinalbo intrapresi dal Museo civico archeologico di Modena con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna. Le nuove scoperte - risultato degli scavi diretti da Andrea Cardarelli e di ricerche con tecniche innovative - sono al centro della mostra “Le urne dei forti”, che inaugura a Palazzo dei Musei domenica 14 dicembre alle 17.

“Scavi e ricerche innovative di alto valore scientifico – sottolinea Gianpietro Cavazza, assessore alla Cultura del Comune di Modena –sono stati condotti in collaborazione e in rete con importanti istituti culturali. E i risultati, che hanno ampliato la conoscenza del passato più antico delle popolazioni che hanno abitato il territorio, diventano patrimonio culturale condiviso grazie all’impegno dei Musei civici per una efficace valorizzazione e divulgazione”.

I nuovi scavi nella necropoli, individuata nel 1880, hanno consentito di indagare circa un quinto dell’estensione presunta, 12 mila metri quadri, e di recuperare oltre 600 tombe, pozzetti entro cui erano sistemate le urne cinerarie con i resti dei defunti.

Sono stati individuati sentieri che isolavano nuclei di sepolture e aree dove si svolgevano rituali prima e dopo il rogo funebre che, ricostruiti grazie alle evidenze archeologiche, richiamano quelli che Omero descrive nell’Iliade raccontando i funerali di Patroclo.

Le ricerche archeologiche e antropologiche hanno consentito di recuperare informazioni sulla demografia, l’organizzazione della società, le condizioni di vita dei suoi abitanti. Dai resti delle cremazioni contenuti nelle urne, sottoposti a minuziose analisi, si sono ricavati dati sulle aspettative di vita (molti morivano ancora neonati, un individuo su tre moriva durante l’infanzia o l’adolescenza, mentre pochissimi erano i sessantenni). Nei raggruppamenti di tombe, attribuibili a diversi nuclei di parentela, le sepolture maschili e femminili occupavano posizioni diverse.

Le evidenze riscontrate nel terreno e suggerite dai reperti hanno reso possibile ricostruire la successione delle azioni che accompagnavano il rito, che nell’antichità doveva avere una forte valenza simbolica accresciuta dalla pratica della cremazione.

La mostra vuole trasmettere ai visitatori l’aspetto della necropoli e i riti che vi si svolgevano conducendo il visitatore - attraverso ricostruzioni e filmati che creano una dimensione evocativa - a percorrere virtualmente un sentiero dell’area sepolcrale fino alla pira e ad “assistere” alle cerimonie che avevano come protagonista il defunto e la comunità che lo affidava al mondo ultraterreno. Si accede poi a un percorso espositivo di reperti, immagini, testi e strumenti multimediali.

La mostra - realizzata con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, e con la collaborazione delle Soprintendenze per i Beni Archeologici di Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte che hanno prestato reperti di confronto - è curata da Andrea Cardarelli, docente di Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma e da Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico di Modena. Hanno collaborato alla ricerca il Museo Preistorico Etnografico Luigi Pigorini di Roma e l’Università di Modena e Reggio Emilia.

“Le urne dei forti” sarà visitabile gratuitamente nella Sala Crespellani dei Musei civici, al terzo piano di Palazzo dei Musei, fino al 7 giugno 2015 da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19

Info: tel. 059 2033100 (www.comune.modena.it/museoarcheologico).

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