Mette in scena, attraverso ricostruzioni e modalità evocative e interattive, l’essenzialità di ciò che ci rimane di uomini e donne di oltre 3mila anni fa, facendoli uscire dall’anonimato grazie ai risultati di scavi e ricerche innovative, e restituendoci, se non la storia dei singoli, l’organizzazione della comunità delle Terramare. La mostra “Le urne dei forti” - a cura di Andrea Cardarelli, docente di Preistoria e Protostoria all’Università Sapienza di Roma e di Cristiana Zanasi, curatrice del Museo civico archeologico - inaugura a Palazzo dei Musei di Modena domenica 14 dicembre alle 17.
“La mostra – spiegano Cristiana Zanasi e Andrea Cardarelli - è il punto di arrivo di una lunga ricerca pluridisciplinare. Tentare di tradurre contenuti specialistici in un’esposizione rivolta al pubblico è stata una sfida che ci ha portato a muoverci su tre fronti che corrispondono sostanzialmente a tre settori della mostra”.
In primo luogo, infatti, l’esposizione presenta la contestualizzazione del tema che dà conto del titolo, della storia delle scoperte fino agli scavi recenti a Casinalbo, e del rapporto fra la terramara e la necropoli.
È poi l’immagine di un fuoco che arde intorno al rogo ad accogliere i visitatori della mostra, nella sua parte evocativa con le ricostruzioni a grandezza naturale dei rituali funerari. Qui il visitatore percorre virtualmente una delle strade individuate nella necropoli. In sottofondo voci che recitano brani dal funerale di Patroclo nell’Iliade e richiamano rituali delle diverse fasi della liturgia che le ricerche hanno permesso di scoprire. Le ricostruzioni ne tracciano la sequenza con filmati che attraverso ombre fanno rivivere i gesti di una cerimonia che accompagnava i nostri antenati di oltre tremila anni fa nel loro ultimo viaggio: il corteo, la preparazione della salma con unguenti, la cremazione del corpo sulla pira e altre cerimonie che prevedevano libagioni e frammentazioni rituali di oggetti personali del defunto.
All’esterno dello spazio evocativo, l’ultima sezione della mostra punta a far comprendere come si sia potuto, attraverso una ricerca specialistica, ottenere informazioni sulla comunità terramaricola con elevato livello di dettaglio. In questa parte si spiega la successione dei risultati delle ricerche - illustrata da reperti provenienti dagli scavi di Casinalbo e da altri sepolcreti dell’età del Bronzo dell’Emilia Romagna , del Veneto e del Piemonte - accompagnata da pannelli, sequenze di immagini, filmati, postazioni interattive.
“Questa mostra – ribadiscono i curatori - senza esporre stupefacenti corredi funerari con ori e preziosità, tenta di raccontare la storia collettiva di una comunità vissuta tra 3500 e 3200 anni fa, attraverso ciò che ci è pervenuto dagli scavi: comuni vasi cinerari, pochi e poveri oggetti di corredo, frammenti di ossa cremate. Ma quelle urne sono riuscite comunque a raccontarci la loro storia, ricercata ostinatamente con metodo scientifico”.
Da quei reperti, infatti, grazie a moderne tecnologie, si sono potuti cogliere aspetti dei rituali nella necropoli, comprendere le modalità di sepoltura, stabilire l’evoluzione cronologica interna, distinguere i defunti per classi di età e per sesso, e capire come vi fossero distinzioni nel sepolcreto in base al genere. Per approdare, infine, a una ricostruzione della demografia e dell’organizzazione sociale della comunità, che abitava a 200 metri dalla necropoli, nella terramara di Casinalbo.
Conclude il percorso di mostra un breve excursus sulla pratica della cremazione attraverso i secoli, dall’età del Bronzo fino alle recentissime trasformazioni in diamanti e ad agenzie che propongono la dispersione con fuochi d’artificio.
“Le urne dei forti”, realizzata con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, sarà visitabile gratuitamente nella Sala Crespellani dei Musei civici, al terzo piano di Palazzo dei Musei, fino al 7 giugno 2015 da martedì a venerdì dalle 9 alle 12; sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19
Info: tel. 059 2033100 (www.comune.modena.it/museoarcheologico).
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