05/11/2014

FARMACIE COMUNALI, IL DIBATTITO SULLA RIDUZIONE DI CAPITALE

Diversi consiglieri sono intervenuti prima dell’approvazione della delibera

Sul tema della riduzione di capitale delle farmacie comunali si sono espressi diversi consiglieri prima dell’approvazione (a favore Pd, Sel e Per me Modena, contrariM5s e CambiaModena, e astensione di Udc e FI).

Per Marco Bortolotti del M5s, “ridurre di 5 milioni il capitale sociale delle Farmacie comunali non è la scelta giusta, perché le farmacie devono rimanere sul territorio, essere ben distribuite e fornire una serie di servizi, dalla distribuzione domiciliare dei farmaci alla messa a disposizione di operatori socio-sanitari. Fare una farmacia dei servizi è oneroso, come inserirle in un meccanismo di rete, e la delibera va a ridurre le risorse”. Marco Rabboni ha evidenziato che “non è stata data sufficiente attenzione al sistema delle vendite all’ingrosso cui stanno ricorrendo alcune farmacie in Italia. Tutte le associazioni sindacali e di categoria – ha aggiunto – sono contrarie a questo sistema perché ha come conseguenza, in futuro, il rischio di carenza di disponibilità di medicinali per i cittadini”.

Per il Pd, Grazia Baracchi ha parlato di delibera positiva e ha precisato che “la riduzione di capitale sociale non impatta la società e non è una scelta di disimpegno; è invece utile a ridare risorse alla città. Le attività delle farmacie vanno ben oltre la vendita ed erogazione di medicinali – ha continuato – si va dalle campagne di prevenzione al servizio 24 ore su 24, dalla collaborazione all’interno dei Piani di zona alle prenotazioni di esami”. Secondo Marco Forghieri si tratta di una situazione anomala: “Siamo di fronte alla riduzione di capitale per una società in positivo che fa utili. Abbiamo 5 milioni di euro di capitale che è esuberante – ha precisato – e si riescono a garantire i servizi, nonostante tale diminuzione. Oggi l’oggetto della delibera si concentra su aspetti più finanziari e pratici”. Antonio Carpentieri ha evidenziato “la correttezza giuridica dell’operazione: le società – ha affermato – ora possono ridurre il capitale sociale senza una motivazione specifica, ma in questo caso si parte dal fatto che viene mantenuto l’oggetto sociale anche con una riduzione di capitale”. Per il consigliere si tratta di una operazione giusta anche dal punto di vista politico: “Il capitale sociale per le farmacie comunali è a garanzia dei creditori e la riduzione del capitale non va a ridurre gli investimenti”. Diego Lenzini ha evidenziato che “certi tipi di servizi sono garantiti non solo dalle farmacie, ma anche dagli ospedali e dalle future Case della salute. Si possono fare senz’altro miglioramenti in termini di servizi, ma andrebbe fatta una valutazione funzionale più complessiva e si tratta di un ragionamento che andrebbe sviluppato successivamente”. Anche il capogruppo Paolo Trande ha evidenziato che “la discussione è partita da una delibera con contenuto prevalentemente economico-finanziario e si è allargata molto. Per fare una riflessione più profonda sul ruolo delle farmacie comunali – ha aggiunto – c’è bisogno di più tempo e legherei la discussione a quella delle sedi Usl e delle Case della salute”. Per Fabio Poggi “se trent’anni fa aveva senso la presenza di una farmacia anche in una frazione con 200-300 abitanti adesso è inimmaginabile”. Il consigliere ha sottolineato che “finché le Amministrazioni Pubbliche se lo possono permettere la loro presenza nel mercato è opportuna” e ha aggiunto che “sarebbe importante riuscire a rendere più flessibile lo strumento delle farmacie comunali per adeguarlo alle nuove esigenze”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha chiesto all’Aula se nel 2014 ha ancora senso avere farmacie comunali di proprietà di Amministrazioni pubbliche. “La mia risposta è no – ha proseguito – è fuori dal tempo che il Comune abbia un ruolo in ambito imprenditoriale. Pensare che l’Amministrazione lucri sulla salute dei cittadini – ha aggiunto – non mi entusiasma: solo se si utilizzassero queste risorse al fine della prevenzione potrebbe avere una logica”.

Adriana Querzé di Per me Modena ha riportato l’attenzione su “un’operazione secca di cui il Comune ha bisogno. Il sindaco ha annunciato i tagli che arriveranno per l’ennesimo anno di seguito – ha aggiunto – e se non vogliamo che quanto programmato per la città resti lettera morta questa operazione va fatta”.

 

 

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