15/10/2014

VIVA / 3 – IN PROVINCIA DI MODENA CIRCA 200 DEFIBRILLATORI

Sono circa 10.000 gli studenti di scuole superiori di Modena e provincia addestrati alle manovre e 2.000 le persone certificate all’uso del defibrillatore

Sono circa 200 i defibrillatori presenti in Provincia di Modena. In attesa dell'arrivo dei mezzi di soccorso, il defibrillatore è uno strumento salvavita che può essere utilizzato dal personale laico, cioè non sanitario, che abbia seguito un corso di poche ore per imparare a usarlo e per apprendere le manovre di rianimazione di base, come il massaggio cardiaco. Sensibilizzare e fornire informazioni sulla rianimazione cardiopolmonare sono gli obiettivi di “Mani per la Vita”, la manifestazione in programma in piazza Matteotti a Modena dal 16 al 18 ottobre con incontri, storie e dimostrazioni pratiche.

In Italia ogni nove minuti muore una persona per arresto cardiaco: 60 mila morti all’anno, il 10% di quelle complessive. Modena è nella media con 700 decessi ogni anno. L’esito dell’intervento dei soccorsi è positivo nell’11-16 per cento dei casi. Fondamentale, nell’attesa del personale sanitario, è praticare le prime manovre di rianimazione, come il massaggio cardiaco e la respirazione bocca a bocca e, quando possibile, utilizzare il defibrillatore.

Già da anni l’associazione Gli Amici del Cuore e il 118 di Modena soccorso organizzano programmi di informazione e formazione sul primo intervento in caso di persone colpite da arresto cardiaco. A oggi sono più di 10.000 i giovani delle classi quarte e quinte delle scuole superiori di Modena e provincia addestrati alle manovre e 2.000 le persone certificate all’uso del defibrillatore.

Lo strumento, inventato dal professor Bernard Lown, fornisce una scossa capace di riavviare la parte elettrica del cuore causa del fenomeno di arresto. Fino a qualche tempo fa poteva essere utilizzato solo da personale medico, mentre grazie alla legge 120/2001 può ora essere usato da qualsiasi persona adeguatamente addestrata e certificata allo scopo. I moderni defibrillatori, infatti, parlano in italiano, fanno la diagnosi, suggeriscono se è il caso di usare lo strumento salvavita e guidano l’operatore, che quindi non è tenuto a improvvisazioni.

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