Denis ha 26 anni e lo scorso 24 gennaio, durante una partita di allenamento con i compagni di calcio, il suo cuore si è fermato. Dal momento in cui si è accasciato a terra a quello in cui è arrivata un’ambulanza attrezzata di defibrillatore sono stati Stefano, il suo mister, e Mauro, il preparatore di portiere, a tenerlo in vita, praticandogli il massaggio cardiaco per ben 30-40 minuti. Perché la prima ambulanza giunta sul posto era sprovvista di defibrillatore.
È proprio per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza degli strumenti e delle azioni di primo soccorso da mettere in atto per evitare o limitare i rischi per la salute connessi all’arresto cardiaco, che dal 16 al 18 ottobre, in piazza Matteotti a Modena, si terrà la seconda edizione di Mani per la Vita, una tre giorni dedicata all’intervento di rianimazione cardiopolmonare e all’uso del defibrillatore.
L’iniziativa, che ha come slogan “Fai battere il cuore” e vuole tenere alta l’attenzione sulla problematica delle morti improvvise, cioè quelle inattese per cause cardiache di persone apparentemente sane, è promossa dalle associazioni Gli Amici del Cuore e Conacuore, patrocinata da numerosi enti e associazioni, tra cui il Comune di Modena, l’Ausl e il Policlinico, e sponsorizzata da varie aziende ed esercizi commerciali del territorio. Mani per la Vita si inserisce nell’ambito di Viva 2014, la settimana della rianimazione cardiopolmonare, dal 14 al 20 ottobre, istituita dal Parlamento europeo e dalla Società europea di rianimazione e che si svolge sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Senato.
La tre giorni modenese prevede incontri, testimonianze di “salvatori” e “salvati”, dimostrazioni pratiche e formazione per la rianimazione cardiopolmonare: esperti volontari de Gli Amici del Cuore, della Croce Rossa, della Croce Blu e di alcune istituzioni coinvolte, addestreranno alle manovre e all’uso dello strumento salvavita. In piazza Matteotti saranno allestiti spazi dedicati dove sarà possibile ottenere informazioni e una tensostruttura che ospiterà le iniziative.
L’assunto è che per salvare una vita non serve essere medici, bastano due mani e un breve corso di formazione che insegni le manovre di primo soccorso. Come quello che, nel caso di Denis, aveva fatto il mister Stefano almeno 10-15 anni prima, insieme al corso per allenatore, o come quello seguito dal preparatore Mauro non più di un mese prima, in quanto responsabile della sicurezza sul posto di lavoro.
Denis oggi sta bene, non ha subito danni permanenti dall’episodio, di cui ricorda solo un paio di istanti, mentre il mister era sopra di lui per rianimarlo e mentre lo caricavano in barella, probabilmente a seguito della puntura di adrenalina.
Attualmente è il secondo allenatore della squadra in cui giocava, la Fontanellatese di Fidenza, in provincia di Parma, e allenatore della squadra juniores. A Mani per la vita non vuole proprio mancare e per essere in piazza a Modena, nel pomeriggio di sabato 18 ottobre, ha fatto spostare la partita di campionato. Ad accompagnarlo sarà l’intera squadra di calcio, oltre a esponenti della società.
Denis si sente un miracolato perché sa che sono in pochi a poter raccontare un’esperienza del genere. E la racconta con il sorriso sulle labbra, scherzando sul fatto che, “per fortuna” nessun uomo l’ha baciato sulla bocca mentre aveva perso i sensi, perché con un massaggio cardiaco fatto bene non c’è bisogno della respirazione bocca a bocca.
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