Cosa è accaduto nei terribili istanti in cui la terra ha tremato e soprattutto cosa è avvenuto dopo il 20 maggio 2012, quando si è messo in moto un volano di energie, solidarietà e idee per ricucire le ferite e riportare la vita alla normalità, a partire da quella dei bambini. Un’energia che ha portato insegnanti, educatori e volontari a rientrare subito nelle scuole della Bassa terremotata per aiutare bambini e ragazzi ad affrontare la paura per ricominciare. In altre parole: a gestire il trauma.
Dalle testimonianze di tutti loro (di chi vive nelle terre del cratere e di ha scelto di andare a dare una mano), dall’esperienza di cosa fare e cosa non fare, dalle buone pratiche elaborate nell’improvvisate aule di scuole all’aperto o nei prefabbricati sono nati una mostra itinerante e un libro che racconta come si è mossa un’intera comunità. Un testo che è una autobiografia collettiva a più voci, l’unica nel genere, elaborata in Italia in seguito a una catastrofe.
Giovedì 16 ottobre alle 17 “Il terremoto muove tante idee”, il libro a cura del Gruppo Sisma del Coordinamento pedagogico provinciale di Modena, edito da Coordinamento e Provincia di Modena con il patrocinio della Regione Emilia Romagna, sarà presentato al Multicentro educativo del Comune di Modena, in viale Jaocopo Barozzi 172. A presentare il testo saranno Duccio Demetrio, già professore di Filosofia dell’educazione e di Teorie e pratiche della narrazione e Vittoria Ardino del Comitato direttivo della European society for traumatic stress study, perché “le reazioni psicologiche alla tensione emotiva prodotta da catastrofi sono varie e vanno dalle forme di ansia più lievi a sentimenti d’impotenza e di paura. Tristezza, dolore fino al terrore che nel tempo possono trasformarsi in depressione, aggressività incontrollata e insonnia, specie nei bambini”.
Crisi economica, terremoto, alluvione, trombe d’aria: negli ultimi anni nella provincia di Modena si è assistito a un innalzarsi del livello di disagio che colpisce la popolazione fin dalla più tenera infanzia. “Il ruolo della scuola diventa allora fondamentale laddove agli insegnanti sono forniti gli strumenti per capire se il bambino ha sintomi post traumatici”, spiega Margherita Malagoli responsabile del Coordinamento Pedagogico Provinciale a cui partecipano tutti i coordinatori pedagogici dei servizi per i bambini da 0 a 6 anni e all’interno del quale, a settembre 2012, è nato un Gruppo Sisma costituito da pedagogisti che operano nei territori del cratere sismico. “Il gruppo – continua la pedagogista – si è formato per ragionare su come raccogliere le diverse esperienze e i progetti messi in campo dopo il terremoto e per riflettere su come restituire alla comunità quanto imparato.
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