La dismissione della linea ferroviaria storica, nel tratto tra la Stazione e Marzaglia, che dovrebbe avvenire ad agosto 2015, sarà un’opportunità di trasformazione e ridisegno urbano di tutta la zona e la via Emilia ovest potrà tornare a essere la vera porta di accesso della città. Il cavalcavia non sarà più l’unico punto di collegamento dei quartieri Madonnina, Villaggio Artigiano, Villaggio Giardino e San Cataldo. Lungo l’asse della ferrovia, dalla tangenziale al cuore della città, potrà sorgere un elemento urbano in lunghezza dedicato al verde, a percorsi ciclabili, a filobus o al trasporto urbano metropolitano leggero. La via Emilia, oggi chiusa per un breve tratto di 15 metri, potrà essere riaperta ed è ipotizzabile la realizzazione di due sensi unici per sciogliere il nodo della viabilità: in direzione Reggio Emilia attraverso la storica via Emilia e verso Modena attraverso il cavalcavia. Ci sarà inoltre la possibilità di ricongiungere il cimitero di San Cataldo alla città attraverso un suo accesso dalla stessa via Emilia.
Sono alcuni degli elementi allo studio dell’Amministrazione comunale, anche sulla base delle proposte dei 100 per Modena, previsti nel Documento Programmatico per la Qualità Urbana del Piano Operativo di Riqualificazione di Modena Ovest e che costituiranno parti fondamentali del futuro Piano strutturale comunale (PSC). Di questo e del progetto di riqualificazione del Villaggio Artigiano, già approvato dal Consiglio comunale, si parlerà nel corso di un convegno nazionale in programma venerdì 24 gennaio dalle 15 alle 18.30 al Teatro Fondazione Collegio San Carlo, in via San Carlo 5.
Il Piano prevede e consente un riuso flessibile degli edifici dell’area del Villaggio Artigiano (circa 50 ettari di territorio, dove sono presenti circa 160 aziende e dove si sono già spontaneamente insediate nuove aziende giovani e creative), con particolare attenzione alla storia e all’identità urbana che il Villaggio ha saputo rappresentare per la città, attraverso forme di incentivazione e con profonde operazioni di riqualificazione edilizia e tecnologica, che consentano l’inserimento di un variegato mix di funzioni.
Viene confermata la vocazione artigianale dell’area (è previsto il mantenimento di una minima da destinare ad usi artigianali e produttivi, non inferiore ad un terzo della superficie complessiva di progetto), legata al saper fare e alla creatività applicata, non più solo a settori ‘pesanti’, ma anche all’utilizzo di nuove tecnologie e alla produzione di beni a minore impatto ambientale.
È prevista inoltre la possibilità di inserire altri usi, come uffici e piccoli spazi commerciali e di ristorazione, ed anche residenze, nella logica di una riproposizione del binomio casa/bottega su cui era fondato in origine il Villaggio. Saranno incentivate, attraverso agevolazioni normative e minori contributi di riqualificazione, le trasformazioni degli edifici esistenti che rispetteranno la tipologia e valorizzeranno il rapporto con il contesto, senza tuttavia imporre logiche di vincolo. I progetti presentati nei primi tre anni di validità del Piano potranno godere di una ulteriore riduzione del 50 per cento dei contributi di riqualificazione.
Sono state ottimizzate le norme relative ad alcune problematiche ambientali, anche grazie ad un proficuo confronto con Arpa e Ausl. Sono infatti stati meglio definiti i criteri di intervento, di verifica e di monitoraggio in relazione ai problemi connessi al clima acustico, alle attività con particolari criticità ambientali, alle emissioni in atmosfera e al controllo dello stato di inquinamento dei suoli.
Grazie alla collaborazione con il progetto europeo in collaborazione con Regione e Arpa Emilia-Romagna Urban Heat Island (UHI), focalizzato sul tema delle isole di calore urbano e per il quale il Villaggio Artigiano è stata area-pilota di sperimentazione, è prevista, inoltre, la definizione di un regolamento attuativo attraverso il quale definire modalità e criteri per la valutazione della qualità ambientale delle trasformazioni proposte, basato su l’applicazione di indicatori che sono stati appositamente definiti, e che derivano da un approfondito esame di esperienze esistenti e di una loro totale revisione, nell’ottica degli obiettivi del piano.
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