Novantatre delibere approvate e cinque respinte, 98 gli ordini del giorno discussi, 231 tra interrogazioni e interpellanze affrontate. Sono i dati dell’attività 2013 del Consiglio comunale di Modena, caratterizzato da una media di partecipazione che sfiora il 95 per cento con ben nove consiglieri presenti a tutte e 43 le sedute e una decina che ne hanno mancata solo una.
“Sono numeri che confermano l’impegno di tutti i consiglieri, senza distinzioni tra maggioranza e minoranza, dimostrato nel 2013, come nei quattro anni precedenti del mandato amministrativo”. Lo sottolineano la presidente e la vice presidente del Consiglio comunale, Caterina Liotti e Olga Vecchi, cogliendo l’occasione della conferenza stampa di presentazione dei dati per svolgere alcune riflessioni sui prossimi mesi “che saranno particolarmente intensi, con diversi provvedimenti significativi e di rilievo politico, a cominciare dal bilancio preventivo che probabilmente arriverà in aula entro febbraio”.
Diversi anche i provvedimenti importanti dal punto di vista istituzionale: già nella seduta di giovedì 16 gennaio sono all’ordine del giorno la convenzione per l’utilizzo del difensore civico territoriale e il regolamento sulle relazioni internazionali, ma prima dello scioglimento in vista delle elezioni di maggio il Consiglio dovrà approvare anche il bilancio consuntivo e diversi provvedimenti urbanistici, tra i quali il piano particolareggiato per l’ex Amcm e la discussione sullo stato d’avanzamento del Psc. Importante anche l’avvio del confronto sull’Area vasta che avverrà dopo la presentazione della ricerca sulle forme di collaborazione strutturale tra Comuni realizzata dall’Anci regionale, in programma sempre giovedì 16 gennaio (Teatro San Carlo, ore 21).
La conferenza stampa è stata l’occasione anche per riepilogare alcune delle scelte compiute dal 2009 a oggi alla luce del ruolo di indirizzo e controllo del Consiglio e dei profondi cambiamenti richiesti da cittadini e istituzioni. “Visto il profondo rinnovamento avvenuto nel 2009 (30 consiglieri su 40 al primo mandato), abbiamo dedicato molta attenzione alla formazione dei consiglieri, in particolare sulle questioni legate alla criminalità organizzata, agli istituti di partecipazione e all’urbanistica – ha ricordato Liotti – e abbiamo affrontato in molte occasioni il tema dei diritti umani, con la novità dei manifesti-appello esposti in piazza Grande, e quello del contrasto alla violenza sulle donne, anche con mostre e iniziative dedicate”. Con i Consigli tematici e celebrativi, inoltre, sono stati sottolineati “i valori su cui deve fondarsi una comunità solidale e coesa, a partire dall’attenzione per la propria storia, con i momenti dedicati alla nascita dello Stato unitario e alla fondazione della Repubblica democratica, ma che guarda fiduciosa al futuro approfondendo i temi della cittadinanza europea, delle politiche economiche, ambientali e della sicurezza”.
Anche attraverso la comunicazione istituzionale e con un legame molto forte con i temi della trasparenza, dell’apertura alla città e della partecipazione “in questi anni – ha spiegato Liotti - abbiamo cercato di valorizzare il ruolo del Consiglio in coerenza con gli impegni assunti a inizio mandato: la valorizzazione degli istituti di partecipazione, l’introduzione della diretta web delle sedute, esperienze significative in radio e tv, un potenziamento del sito istituzionale con anche la produzione di una trasmissione web. E tutto questo riducendo i costi di funzionamento del Consiglio che, nel loro complesso, sono passati dai 508 mila euro del 2011 ai 427 mila dello scorso anno”. In questo ambito si sono ridotte in particolare le risorse per i gruppi consiliari (114 mila euro nel 2011, meno di 80 mila nel 2013) e quelle utilizzate per la comunicazione (da 37 mila a meno di 9 mila), mentre sono costanti i costi relativi ai rimborsi previsti dalla legge: circa 250 mila euro all’anno per i gettoni di presenza e circa 45 mila euro per gli oneri ai datori di lavoro dei consiglieri.
“Un dato significativo è che su tutte le principali questioni a carattere istituzionale si è cercata sempre la collaborazione e condivisione più ampia possibile” hanno osservato Liotti e Vecchi sottolineando che “il dato può forse apparire in contrasto con i processi politici che si sono sviluppati in questi anni” sia sulla base delle dinamiche nazionali sia per motivazioni locali, coinvolgendo un po’ tutti i gruppi: dalle modifiche ai nomi, fino ai cambi di gruppo e alla frammentazione della rappresentanza (dai sette iniziali, oggi sono 11 le aggregazioni in Consiglio). “Ma non c’è contraddizione – hanno affermato Liotti e Vecchi – perché significa che in questo quadro molto movimentato non si è mai persa la condivisione del valore delle istituzioni, del loro ruolo a tutela della democrazia, così come del principio del rispetto reciproco nella diversità delle opinioni. E questo è un patrimonio prezioso per tutta la città”
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