10/01/2014

CONVITTO AL SANT’AGOSTINO, IL DIBATTITO IN CONSIGLIO

La delibera che concede il permesso di costruire in deroga fa discutere l’Aula

La delibera che concede il permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici alla Fondazione Cassa di risparmio di Modena per la realizzazione di un convitto/foresteria per docenti e studenti all’interno del nuovo polo culturale nel complesso immobiliare Sant’Agostino è stata approvata nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 9 gennaio al termine di un ampio dibattito (a favore Pd, Sel e Udc, contrari FdI, Fi-Pdl, Mf, Msa, E.L., Ncd).

Per Fi-Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha espresso perplessità “perché la logica della riqualificazione del complesso è quella di farne un comparto destinato ad attività culturali e mi sembra fuori luogo collocarvi un convitto per studenti universitari. Questa scelta – ha aggiunto – fa pensare che non si sappia cosa mettere dentro a un comparto così grande”. Per Olga Vecchi “a Modena ci si scontra sempre con la mancanza di un progetto generale e anche in questo caso non sappiamo ancora cosa ospiterà quel complesso. Temo quindi – ha proseguito – che quello della foresteria sia un riempitivo e che rischiamo di ritrovarci un nuovo Mef, architettonicamente stupendo ma che non abbiamo saputo riempire nel modo giusto”. Anche Sandro Bellei ha espresso contrarietà “per lo snaturamento della piazza settecentesca Sant’Agostino e per lo spostamento, con grossi rischi per il patrimonio librario, della Biblioteca Estense nelle torri dell’ex Sant’Agostino, il cui impatto ambientale sarà per molti assai pesante. Un residence studentesco in quel comparto – ha detto ancora – vuol dire unire il sacro e il profano”. Luigia Santoro del Nuovo centro destra ha ricordato che “la Sovrintendenza ha sempre difeso il progetto evidenziando che si tratta di un restauro conservativo, che non comprende la destinazione a uso abitativo. Sarebbero altri gli edifici da recuperare e destinare a uso residenziale, come ad esempio l’ex Poliambulatorio Estense in via Vittorio Veneto, a due passi dal polo Sant’Agostino”. Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia si è detto “contento che l’Amministrazione, dopo aver portato per anni gli studenti fuori dal centro, oggi decida di invertire la rotta, ma si potevano trovare soluzioni ulteriori da affiancare o da porre come alternativa rispetto a quella proposta. Non è possibile – ha aggiunto ancora – a 7-8 anni dall’apertura dell’Ospedale di Baggiovara, chiedersi ancora cosa si può mettere dentro l’ex Sant’Agostino”. Eugenia Rossi di Etica e legalità ha espresso perplessità per due ragioni: “La mancanza di ampio respiro nel progetto del convitto, di cui si parla da molto tempo ma su cui in passato c’era una serietà di approccio che adesso mi sembra mancare, visto che la proposta è di una struttura molto piccola” e “il fatto che si continua a procedere per progetti che prima vengono presentati e poi stravolti”. Sandra Poppi di Modenasaluteambiente.it ha annunciato un’interrogazione sulla destinazione delle biblioteche al Sant’Agostino e si è detta d’accordo con la consigliera Rossi “sul fatto che i progetti partono in un modo e finiscono in un altro. La deroga per fare un convitto – ha aggiunto – mi dà l’idea che questo progetto sia un’unione di tante funzioni, in cui quella del polo culturale non diventi maggioritaria”. Sergio Celloni del Movimento per cambiare insieme per Modena si è detto d’accordo con la realizzazione del convitto, perché “se c’è una realtà che ha bisogno di fare incontri, presentazioni e altro, non è un problema realizzare qualche camera per agevolare questi scambi”, ma ha espresso preoccupazione per il fatto che “come spesso succede, non si sa bene quello che si andrà a mettere dentro questo contenitore”. Gian Carlo Pellacani dell’Udc ha ricordato che il progetto del Sant’Agostino prevede la collocazione in questa sede di un centro linguistico universitario, “che rappresenta la chiave di svolta per l’internazionalizzazione della città. In tutte le realtà estere, all’interno di un centro culturale di tali dimensioni c’è una foresteria e mi sembra che il progetto sia abbastanza chiaro”.

Per il Pd, Luigi Alberto Pini ha definito “incomprensibile” il fatto “che venga messo in discussione l’opportunità di una struttura di accoglienza all’interno di un polo di attrazione culturale”. Il consigliere ha inoltre evidenziato l’importanza di mantenere un ricordo della peculiarità dell’edificio fruibile dai visitatori: “La parte anteriore del complesso – ha detto – è uno dei primi ospedali nati in Italia in quanto tale e non come ospizio”. Gian Domenico Glorioso ha evidenziato che “se la collocazione di una foresteria per gli studenti fosse stata proposta in un’altra area della città sarebbe stata criticata per la distanza dal centro storico, visto che la presenza degli studenti rappresenta un elemento di riqualificazione. Capisco il ruolo dell’opposizione – ha aggiunto – ma la delibera ci chiede una cosa molto semplice”. Maurizio Dori ha espresso la valutazione che “con l’opposizione, in questi anni, non si è mai trovato un obiettivo comune perché continua a ripetere le stesse cose accusando sempre l’Amministrazione. La richiesta di realizzare il convitto sarà arrivata dall’Università – ha precisato – non si tratta certo di un’iniziativa partita dall’Amministrazione”.

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