E’ finita a Modena la latitanza del trentenne rumeno V.F.M. tratto in arresto dagli operatori della Polizia municipale nei giorni scorsi. Per l’uomo sono scattate le manette perché deve scontare una pena detentiva di sei anni e sei mesi nel suo paese d’origine. Il reato contestato: omicidio colposo. L’arresto è avvenuto dopo un’indagine della Polizia municipale: gli agenti si erano insospettiti dopo una serie di fermi in cui l’uomo era stato trovato senza patente. L’incrocio di alcune banche dati e le informazioni ottenute dall’Ambasciata rumena hanno completato il quadro portando lunedì 9 settembre all’arresto, poi convalidato dalla Corte di Appello di Bologna che ha disposto la custodia cautelare dell’uomo nel carcere modenese di Sant’Anna in attesa dell’estradizione.
La condanna è dovuta a un episodio avvenuto il 30 marzo dello scorso anno a Sibiu, in Romania, dove l’uomo era alla guida di una Opel che finì fuori strada a 160 all’ora. Nell’urto il passeggero, un diciannovenne, perse la vita mentre V.F.M. rimase ferito e le analisi del sangue stabilirono che era al volante ubriaco. Non solo, V.F.M. non aveva la patente, quella esibita era falsa, comprata per 50 euro nel 2009 in Spagna.
Secondo la ricostruzione della Polizia municipale, V.F.M. nell’agosto di quest’anno si trova in Italia e gli agenti lo fermano a Modena un paio di volte nel corso di controlli stradali: è sempre senza patente al seguito, ma dichiara di averla dimenticata a casa e, sul momento, risolve la questione pagando la sanzione, visto che guida auto con targa straniera. La seconda volta, però, il tasso alcolico è troppo elevato per cui scatta la sanzione penale.
L’uomo afferma di abitare a Roma, così come l’amica connazionale che lo accompagna e lo ospita. Ma gli agenti, non convinti di questa versione dei fatti, iniziano una serie di indagini, attraverso varie banche dati e la verifica dei movimenti a Modena dell’auto. Le indagini proseguono fino ad accertare che l’uomo ha anche precedenti per rapina e furto in Italia. Sui suoi trascorsi in patria, però, non emerge nulla sino a quando l’Ambasciata di Romania risponde alla richiesta di informazioni della Polizia municipale, che viene così informata dell’esistenza del mandato di arresto europeo (detto Mae). A quel punto, individuato il domicilio, scatta l’arresto.
Galleria immagini
Azioni sul documento