Nessuna “speculazione fondiaria” e nessun percorso costruito appositamente per realizzare l’intervento in piazza Roma. Lo precisa l’assessore comunale alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi replicando alle accuse di Italia Nostra relative alla variante che ha reso edificabile, con la prospettiva di un’alienazione da parte del Comune di Modena, l’area di via Argiolas nei pressi dell’ippodromo. “Il percorso di quella variante – spiega Giacobazzi – è stato avviato ben prima del progetto di piazza Roma visto che è stata adottata in Consiglio comunale nel gennaio del 2012. Poi lo scorso luglio è stata approvata definitivamente in Consiglio la trasformazione in area residenziale dell’area comunale di 11 mila metri che prima era ad attrezzature generali, ma non utilizzata dall’ippodromo. Vi si potranno realizzare 55 alloggi e l’obiettivo è sempre stato quello di alienarla per le note ragioni di bilancio – aggiunge l’assessore – destinando, in modo virtuoso, il ricavato della vendita di un’area, al momento non utilizzata, al miglioramento del patrimonio comunale”.
Tra le ipotesi in corso di approfondimento – conferma Gioacobazzi – c’è anche quella “di scegliere, invece della vendita, la strada della permuta dell’area con una serie di interventi di manutenzione, tra i quali potrebbe rientrare anche una parte dei lavori previsti in piazza Roma: un’ipotesi di cui si è discusso in modo trasparente anche al Tavolo di confronto sul progetto e che, in ogni caso, se si decidesse in quel senso, verrebbe sviluppata attraverso una gara pubblica e senza alcuna ‘speculazione fondiaria’, un’espressione offensiva e, visto il contesto, priva di significato”.
Rispetto al suggerimento di Italia Nostra di liberare piazza Roma dalle auto e lasciare l’asfalto, se le condizioni del bilancio comunale non consentissero l’intervento di riqualificazione, l’assessore Giacobazzi commenta: “Una piazza così piena solo di asfalto rappresenta una visione di città inaccettabile: il nostro obiettivo è promuovere e valorizzare quel luogo come spazio pubblico, non lasciarlo diventare una landa desolata”.
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