L’approvazione all’unanimità della delibera di adesione del Comune di Modena alla Fondazione Its unica con le città di Reggio Emilia e Bologna è stata preceduta, nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 12 settembre, da un dibattito dal quale è emerso un generale apprezzamento sul percorso formativo offerto dal corso post diploma di alta specializzazione dell’Istituto tecnico superiore Meccanica, Meccatronica, Motoristica e Packaging.
Il capogruppo del Pdl Adolfo Morandi si è detto assolutamente favorevole all’istituto: “La nostra città e la nostra Nazione hanno necessità di portare avanti questi percorsi”, ha detto. “Le Amministrazioni di sinistra, negli anni, hanno considerato di serie B la cultura tecnica, mentre chi ha frequentato questi istituti ha fatto nascere attività artigianali che poi si sono trasformate in industriali. E’ giusto, quindi, valorizzare la preparazione tecnico-scientifica professionale”. Secondo Sandro Bellei “in Italia c’è necessità di studi tecnici e scientifici e un istituto di questo genere può rispondere a tale bisogno. C’è richiesta di tecnici, ma manca il materiale umano con queste caratteristiche”. Il consigliere ha invitato a inserire nel programma di studi, “dopo un periodo di formazione di cultura generale, delle specializzazioni legate alle vocazioni del territorio modenese”.
Per il Pd, Cinzia Cornia ha affermato: “Questo corso post diploma di alta specializzazione lega il territorio al mondo economico. In passato Modena ha avuto uno sviluppo economico e imprenditoriale grazie agli istituti tecnici, successivamente messi in crisi dalla mania di creare licei, che offrono cultura umanistica e poco tecnico-scientifica. Con gli Its si fornisce ora un’alternativa all’università per gli studenti diplomati in materie tecniche”. Enrico Artioli ha precisato che “le Amministrazioni di sinistra non hanno considerato la formazione tecnica di serie B”, ricordando che a Modena fu fondato l’Istituto Fermi. “L’Its – ha proseguito – conferisce un diploma come se fosse un’università tecnica e non è un istituto meramente professionale. Le aziende, per essere competitive, cercano figure in grado di puntare all’innovazione e alla qualità”. Per William Garagnani “il valore e la peculiarità di questa nuova esperienza scolastica dipende dal fatto che il 40 percento delle ore di formazione vengono trascorse in azienda. Strutture scolastiche come Corni e Fermi sono state fondamentali per lo sviluppo industriale della città e il fatto che in altre parti d’Italia non ci siano state è la causa della regressione sul piano industriale che il Paese ha vissuto da metà anni ’70 in poi”.
Giancarlo Pellacani dell’Udc ha evidenziato “l’accordo unanime sull’importanza di un corso di questo tipo, mirato sulle attività produttive modenesi ma che crea una figura professionale che risponde a esigenze di livello internazionale”. Il consigliere ha però fatto una raccomandazione: “E’ necessario che le imprese diano il giusto valore a questa formazione garantendo a questi tecnici, anche se non laureati, un equo trattamento economico”.
Parere positivo sul percorso formativo è stato espresso anche da Sergio Celloni di Mpa, che ha sottolineato come “le imprese cerchino persone capaci, all’altezza della situazione e in grado di produrre; poco importa se si tratta di tecnici o di laureati. Anche in altri Paesi europei – ha aggiunto – c’è l’inserimento del giovane nel mondo del lavoro, con la previsione di ore sul campo e di ore di studio: solo così il giovane sarà sempre più al passo con i problemi delle imprese”.
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