L’indagine sulla percezione delle crisi è stata svolta dall’Ufficio ricerche del Comune di Modena tra il 26 novembre e il 9 dicembre 2012 con un sondaggio presso un campione rappresentativo della popolazione modenese, per genere, età e zona di residenza: complessivamente 1329 casi.
La maggioranza dei cittadini (52,7 per cento) ritiene che la crisi sia molto più grave di quel che si pensa, e il 42,6 per cento la valuta grave come appare: la crisi non è dunque percepita come una costruzione mediatica o una speculazione economica bensì come un fatto reale.
Quasi sei su dieci degli intervistati (il 58,6 per cento) colloca il proprio nucleo familiare nella classe sociale medio bassa e il 19,3 per cento in quella bassa; il 18,4 per cento indica la classe alta o medio alta (non era prevista l’indicazione “classe media” e dunque si è “forzato” l’intervistato a scegliere fra medio bassa e medio alta). Rispetto all’analoga domanda posta nel 2011 si rileva un peggioramento nell’autocollocazione della classe sociale di appartenenza, in particolare aumenta l’indicazione della classe sociale bassa.
“L’impressione – spiegano gli esperti – è quella che l’ultimo anno abbia determinato un’accelerazione nella percezione di gravità della crisi, come se si fosse fatta più incalzante, più vicina e più grave”.
Il livello di vicinanza alla crisi è differenziato, sempre in riferimento al proprio nucleo familiare: circa il 12 per cento è stato toccato da cassa integrazione o licenziamenti; mentre tra il 17 e il 24 per cento degli intervista ha avuto una riduzione del lavoro, autonomo, libero professionale o atipico. Uno su quattro (il 27 per cento) dichiara invece di essere stato colpito “in altro modo” e, di questi, oltre la metà evidenzia un calo del potere d’acquisto, e un quarto l’aumento di tasse.
Gli aspetti visti fin qui (di percezione e di vicinanza alla crisi) si traducono nella risposta relativa alla disponibilità di reddito mensile. Gli intervistati si dividono in tre gruppi di analoghe dimensioni: un terzo dichiara difficoltà o molta difficoltà ad arrivare a fine mese; un terzo dichiara qualche difficoltà; un ultimo terzo non ha difficoltà.
Alla richiesta di indicare come l’intervistato e la propria famiglia si sentissero di fronte alla crisi il 18 per cento dichiara una condizione di debolezza, il 38 per cento ritiene di avere qualche risorsa per reggere ma non per molto, il 36,3 per cento valuta di avere una certa forza per resistere e infine il 6,4 per cento si dichiara abbastanza forte.
Dunque, l’area di debolezza esplicita riguarda il 18 per cento degli intervistati più una parte di coloro che dichiarano di possedere qualche risorsa ma non per molto. La maggioranza degli intervistati ritiene che la crisi economica avrà ancora tempi lunghi: il 57,5 per cento indica la fine tra più di due anni.
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