La possibilità di frazionare in due alloggi un’unità immobiliare che sia dotata di abitabilità da almeno 5 anni e abbia una superficie superiore a 150 metri quadrati, oltre che di realizzare interventi di ampliamento, senza aumentare il numero degli alloggi e quindi nel limite del 20% della superficie utile esistente, laddove gli interventi siano finalizzati alla riqualificazione energetica o all’abbattimento delle barriere architettoniche. Infine, per quanto riguarda gli edifici produttivi e artigianali, locali e spazi collegati al capannone possono essere utilizzati in modo autonomo senza che ciò configuri un cambio di destinazione d’uso e quindi un abuso edilizio. Sono, in termini concreti, le opportunità che si creano grazie ad alcune modifiche al Regolamento urbanistico edilizio introdotte dall’emendamento presentato dal Pd è passato anche con i voti di Modena futura, Sel e Udc; contrari Fratelli d’Italia e Pdl; Movimentosaluteambiente.it si è avvalso del non voto.
Il provvedimento, presentato in corso di seduta è stato approvato dal Consiglio comunale lunedì 15 luglio contestualmente alla Variante sulla trasformazione in zone residenziali edificabili delle aree di via Morane, via Santa Caterina, via Formigina e via dei Gemelli, che prevede la realizzazione complessivamente di 868 alloggi, di cui 470 in edilizia privata e 398 convenzionata (hanno votato a favore il Pd; contrari Fratelli d’Italia, Modena futura, Sel, Pdl, Msa e Udc).
Illustrando l’emendamento, Michele Andreana (Pd) ha spiegato che esso “recepisce la mozione Trande-Ricci approvata dal Consiglio comunale nella seduta del 10 giugno modificando alcuni articoli del Rue al fine di favorire la riqualificazione edilizia energetica e la rifunzionalizzazione e rigenerazione di spazi produttivi e commerciali esistenti. Il capogruppo Paolo Trande ha precisato come la materia dell’emendamento alla variante sia stata diffusamente discussa in occasione dell’approvazione dell’ordine del giorno che aveva anche ottenuto ampia condivisione, perché finalizzato a facilitare la riqualificazione di stabili produttivi e commerciali che a causa delle norme hanno difficoltà a trovare un nuovo utilizzo, mentre i contenuti dell’emendamento sono ovviamente più tecnici”.
Sandra Poppi di Msa ha sottolineato l’impossibilità di valutare nel poco tempo disponibile “il corposo emendamento” ha ribadito il proprio voto contrario a tutte le delibere in programma nella seduta, e quindi anche all’emendamento, con un’unica motivazione: “non per fermare l’economia - ha sottolineato - ma perché è necessario costruire diversamente, ristrutturare e recuperare”. Nicola Rossi di Modena futura ha aggiunto: “Leggendo il titolo capisco che forse l’emendamento è molto importante e sono sempre favorevole allo snellimento di norme e procedure burocratiche, ma meritava sicuramente un esame più approfondito”
Federico Ricci di Sel, pur ricordando perfettamente la mozione a cui l’emendamento si riferisce, parla di “effetto sorpresa, perché le proposte di modifica alle norme sono molto complesse” e ha chiesto all’assessore Gabriele Giacobazzi di entrare nel merito dei contenuti. Ha infine insistito sull’importanza delle modifiche volte alla riqualificazione energetica che comprende anche quelli di messa in sicurezza dell’amianto.
L’assessore ha quindi spiegato come l’emendamento recepisce le quattro indicazioni contenute nella mozione modificando tre punti del regolamento, mentre per la quarta proposta finalizzata a “consentire l’apertura di spacci aziendali negli edifici esistenti o previsti in zone produttive, non è stato necessario modificare il regolamento, essendo già applicata una direttiva del Ministero.
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