A favore del bilancio di previsione 2013 del Comune, approvato lunedì 1 luglio dal Consiglio comunale di Modena (favorevole la maggioranza, contraria l’opposizione), si sono schierati Sel e Partito democratico.
Per Sel Ingrid Caporioni ha sottolineato l’incertezza in cui ci si muove: “Non è certo se e come resterà Imu, se resterà la Tares, né se ci saranno altre manovre governative. Occorreranno sicuramente manovre correttive al bilancio, deve però esserci un contesto di risorse certe senza calpestare l’autonomia degli enti locali come è invece accaduto negli ultimi anni. L’unica cosa che regge è la società civile e ci saremmo aspettati una seduta consiliare completa dedicata alle azioni messe in campo da associazioni e volontariato. Ma apprezziamo il bilancio e soprattutto l’aver puntato sulla fondazione Cresciamo, così come l’emendamento su Villa Ombrosa con cui l’Amministrazione si impegna a proseguire i lavori: un bel messaggio contro il femminicidio”.
Per il Partito democratico, Giuliana Urbelli ha pronunciato l’intervento principale del gruppo ricordando “i risultati importanti ottenuti a fronte di tagli statali pari a 9,2 milioni per ognuno dei tre anni di riferimento, coperti da diminuzione della spesa oltre che dall’Imu. Innanzitutto il non aver introdotto nuove tassazioni e l’aver portato diversi oneri al conto degli investimenti liberando risorse che consentono di pagare i fornitori; in secondo luogo, il rientro sul versante della spesa con interventi che puntano a modificare il servizio pubblico senza cancellarlo e lasciando al Comune il controllo (tre esempi: fondazione Cresciamo, acquisizione della rete Man a banda larga, ristrutturazione alloggi popolari); inoltre, l’aver aumentato la progressività dell’Irpef e la possibilità di rateizzare la Tares. Per quanto riguarda gli emendamenti sull’Imu proposti da Fratelli d’Italia, Urbelli ha precisato “non esiste la copertura finanziaria”, mentre riferita a quelli di Etica e Legalità su Ert e Vie, ha sottolineato il valore dello “sforzo di tenere in vita tutte le associazioni che fanno cultura a Modena”. Il capogruppo Paolo Trande ha ribadito “le scelte strategiche (“no nuove tasse, no aumenti di tariffe, di addizionali Irpef e Imu) che hanno consentito di risparmiare 7 milioni attraverso tagli selettivi, con l’unica eccezione dell’imposta di soggiorno applicata con un basso indice”. E ricordando “il calo di spesa per il personale, spesa corrente e risorse alle associazioni negli ultimi 4 anni, oltre al rischio che il welfare diventi sempre più selettivo”, ha introdotto la necessità di parlare “federalismo fiscale, perché gran parte dei soldi dei modenesi vanno a Roma e non tornano”. Stefano Goldoni ha ricordato il quadro drammatico tracciato da centinaia di sfratti attivati e migliaia di domande per il fondo per l’affitto e ha insistito “sulla necessità di integrare il welfare dall’esterno con incentivi fiscali per organizzazioni e associazioni non profit e, sul versante della macchina comunale, di semplificare le procedure e procedere alla razionalizzazione raccogliendo la sfida digitale”. Salvatore Cotrino ha rimarcato il paradosso di “un’austerity imposta all’ente da una finanza statale che non riesce a fare gli stessi sacrifici. Se, anziché armonizzato, il bilancio fosse scritto con la medesima tecnica contabile degli scorsi anni si evidenzierebbero risorse in meno per oltre 200 milioni. L’Amministrazione si è data l’obiettivo di mantenere il ruolo di sostegno allo sviluppo e alle esigenze dei cittadini, ma se i tagli dovessero proseguire – ha continuato - il ruolo del Comune nel garantire un welfare universale sarebbe in difficoltà”. Per Michele Andreana “il taglio degli sprechi non è sufficiente a compensare il calo di entrate e questo mette a dura prova la sostenibilità del nostro modello di spesa corrente, ma le politiche di welfare oltre che quelle fiscali locali, hanno permesso di contenere le disuguaglianze sociali. Questo bilancio non ha risolto problemi di stabilità – ha aggiunto - ma sono state fatte delle scelte prioritarie e anche quest’anno siamo riusciti a mantenere un modello che salvaguarda i servizi alla persona ma non perde di vista la logica dello sviluppo della città”.
Enrico Artioli intervenendo sugli emendamenti ha precisato come “sia difficile spostare i numeri del bilancio, anche se si condividono certe scelte politiche” e, in particolare su quello relativo ai finanziamenti alle scuole Fism, ha sottolineato: “Una volta individuato il modello della Fondazione, si poteva avere più coraggio di più e forse si sarebbero trovate altre risorse per le scuole paritarie e non solo.
Infine, l’assessore all’Ambiente Simona Arletti, intervenendo in corso di dibattito sulle proposte contenute negli emendamenti di Msa, ha osservato: “Come Amministrazione vorremmo poter applicare la tariffa puntuale in modo da far scaricare l’Iva alle imprese e saremo i primi a farlo quando ci saranno le condizioni, ma attualmente non c’è alcuna chiarezza normativa, farlo ora vorrebbe dire scaricare i costi sulle spalle di famiglie e imprese”.
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