Dall’inizio del 2013 è stata modificata e resa più chiara e comprensibile la comunicazione rivolta agli anziani e alle loro famiglie “soprattutto in relazione agli aspetti economici per l’accoglienza temporanea di riattivazione, dopo i primi trenta giorni gratuiti, e alle opportunità per ottenere agevolazioni e riduzioni delle rette”. Lo ha ricordato l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti rispondendo lunedì 1 luglio in Consiglio comunale a un’interrogazione di Ingrid Caporioni e Federico Ricci (Sel) relativa al caso di un’anziana che si sarebbe vista recapitare una fattura da 2.132 euro, per un periodo di degenza successivo al trentesimo giorno, “senza essere stata informata delle condizioni di permanenza nella struttura, e ci risulta essere avvenuto anche per altre situazioni” come ha precisato Caporioni illustrando l’interrogazione.
Ripercorrendo le procedure previste dalla Carte dei servizi, e valide per tutte le strutture accreditate, l’assessore Maletti ha sottolineato come questi tipi di inserimenti in struttura abbiano come finalità “la stabilizzazione delle capacità residue e la riattivazione psico\fisica” e che l’attivazione dipende da una valutazione sanitaria.
Ai Servizi sociali, comunque, ha riferito l’assessore Maletti, non sono arrivate richieste di chiarimenti su vicende di questo tipo e l’unico caso analogo risalirebbe al 2011, “ma è agli atti una impegnativa di pagamento firmata dal marito, e comunque la retta giornaliera di 52 euro pagata in quella struttura era inferiore a quella che sarebbe stata pagata se la famiglia si fosse rivolta a strutture con modalità private”.
Dall’inizio dell’anno, comunque, tutte le procedure sono ancora più chiare. “Tenendo conto che i familiari dei pazienti durante questi percorsi – ha spiegato l’assessore Maletti – sono sollecitati da tante cose, tra cui le nuove dinamiche familiari anche di tipo relazionale, abbiamo ritenuto opportuno rivedere e semplificare alcuni documenti”. E’ stata reso più esplicito, per esempio, che dopo i primi trenta giorni gratuiti l’ulteriore permanenza è a pagamento e i moduli devono essere firmati dal paziente o dai familiari. Sono poi possibili forme di pagamento anche dilazionate e i cittadini possono rivolgersi ai Servizi sociali per informazioni e chiarimenti.
Generalmente le persone anziane inserite in questi percorsi provengono direttamente dai reparti ospedalieri e, in analogia con le procedure previste per le dimissioni protette, la caposala del reparto, valutata la situazione con i medici ospedalieri, attiva il Punto unico d’accesso affinché predisponga la visita da parte dell’unità di valutazione multidimensionale che, di norma, prevede la presenza del medico geriatra, del fisiatra, dell’assistente sociale e dell’infermiere professionale. Il parere tecnico dell’equipe viene condiviso con la famiglia: in sede di valutazione, infatti, l’assistente sociale, dopo la visita del paziente si riserva un momento con i familiari dove vengono spiegate le modalità e le procedure di accesso al servizio di riattivazione, si specificano gli aspetti economici e si precisa che il proseguimento della permanenza in struttura dopo i primi trenta giorni gratuiti “è un’indicazione tecnica alla quale normalmente le famiglie aderiscono – ha precisato Maletti – ma possono fare anche scelte diverse”.
“Verificheremo l’efficacia della nuovo modulistica” ha replicato la consigliera Ingrid Caporioni definendosi “solo parzialmente soddisfatta: a mio parere rimangono ancora criticità a cui ovviare”.
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