La variante al Poc e Rue è stata approvata dal Consiglio comunale di lunedì 10 giugno con i voti favorevoli dei gruppi presenti in Aula: Pd e Sel. Con le stesse preferenze è passato anche l’ordine del giorno per lo “Snellimento ed evoluzione delle norme urbanistiche vigenti per favorire la riqualificazione edilizia, energetica e la rifunzionalizzazione e rigenerazione di spazi produttivi e commerciali esistenti”, firmato dai capigruppo del Pd Paolo Trande e di Sel Federico Ricci.
La mozione impegna la Giunta a proporre modifiche normative per consentire, nel caso di edifici industriali e artigianali che hanno perso la funzione originaria, usi parziali di spazi per attività catastalmente congruenti senza una modifica della destinazione urbanistica; per consentire il frazionamento di alloggi di grandi dimensioni senza incremento della superficie utile e con riconoscimento al Comune degli oneri perequativi; per consentire un incremento massimo del 20 per cento della superficie utile senza incremento degli alloggi e, infine, per consentire nelle zone produttive, negli edifici esistenti e previsti, la realizzazione di spacci aziendali con un’incidenza fino al 25 per cento della superficie utile complessiva.
Durante le votazioni “in segno di protesta per il mancato rispetto delle regole” sono usciti dall’Aula i consiglieri dell’opposizione dopo che era stata respinta la richiesta di sospensiva avanzata da Eugenia Rossi di Etica e Legalità per presunti “vizi e irregolarità” contenuti nella delibera. A favore della richiesta di sospensiva è intervenuto Michele Barcaiuolo di Fratelli d’Italia che ha sottolineato come già in sede di Commissione le opposizioni avevano chiesto “di approfondire in modo più consono i contenuti della delibera che contravviene a diversi articoli della legge regionale 20 del 2000, tra cui quello relativo alla durata del Poc”. Per le minoranze la variante non può essere votata perché il Poc sarebbe da tempo scaduto. Contro la richiesta di sospensiva ha parlato il consigliere Maurizio Dori del Pd. In qualità di presidente della Commissione Seta, Dori ha ricordato come siano state fatte diverse Commissioni sul tema ed esaudite legittime richieste di approfondimenti.
L’assessore alla Gestione del territorio, che ha presentato la delibera, ha ribadito come cinque anni siano altamente insufficienti per il compimento di un Poc, evidenziando ancora una volta come “in occasione delle varianti più importanti sia stato aggiornato l’intero Poc, dando per tanto luogo a una riedizione del documento. Qualsiasi altra interpretazione dei cinque anni – ha concluso – è inimmaginabile e irrealizzabile”.
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