Animatori nei centri di aggregazione giovanile, nei nidi d’infanzia o nelle strutture per anziani; tutor nelle scuole per fornire sostegno scolastico; accompagnatori di anziani e disabili; impegnati nei centri di accoglienza per stranieri, minori o donne vittime di violenza. In ogni caso, in servizio, per contribuire a ricostruire il tessuto sociale della terra emiliana ferita dal sisma del maggio scorso. Sono già al lavoro i 500 ragazzi selezionati tra gli oltre 2 mila e 800 che hanno partecipato al bando straordinario per il servizio civile a favore delle popolazioni terremotate.
“Per il Comune Modena, che ha tirato le fila di tutta l’operazione coinvolgendo enti accreditati e realtà territoriali - afferma Fabio Poggi assessore alle Politiche giovanili e presidente del Copresc Modena – l’essere riusciti a concretizzare il bando e a farlo partire in pochi mesi è un ottimo risultato. Da questa esperienza sarà possibile anche trarre indicazioni utili per introdurre elementi di novità nel servizio civile, che oltre a confermarsi uno strumento di impegno e coesione sociale, può avere un ruolo considerevole nel percorso formativo e professionale dei giovani”.
I giovani volontari nelle zone terremotate hanno un’età media di 23 anni; tra loro sono molte più le ragazze dei colleghi maschi e fino all’estate, parallelamente al servizio, seguiranno un percorso formativo. Nove le aule allestite: cinque nel territorio dell’Unione Comuni Area nord, tre nell’Unione Terre d’Argine e una a Bomporto che raccoglie i volontari del territorio di Unione del Sorbara e Castelfranco. Oltre alle 38 ore di formazione di base, impartite a tutti i volontari del servizio civile, e al percorso specifico di altre 35 ore relativo al progetto a cui sono assegnati, i vincitori del bando straordinario seguono anche il corso base di protezione civile: dalle lezioni teoriche sul rischio sismico alle esercitazioni pratiche. Una novità che, se da una parte li rende più pronti e consapevoli per quanto riguarda l’emergenza vissuta dalle persone con cui fanno servizio, dall’altra fa di questi giovani dei potenziali futuri volontari della protezione civile.
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