“Addio mia bella, addio”, e “Le ciminiere non fanno più fumo”, ma anche, titolo che suona attuale, “Il crack delle banche”. Sono canti popolari anarchici raccolti nell’album “Libertà l’è morta”, che sarà presentato sabato 6 aprile alle 21 alla sala Ulivi di viale Ciro Menotti 137 (ex mercato ortofrutticolo), con un concerto a ingresso libero e gratuito di Francesco Benozzo e Fabio Bonvicini.
Si tratta della prima presentazione ufficiale in città del disco, prodotto in Danimarca dalla stessa etichetta che tenne a battesimo la cantante Bjork. Il recital, frutto di una lunga ricerca sul campo e in archivi, propone una serie di canti anarchici diffusisi tra Ottocento e primo Novecento, arrangiati per strumenti della tradizione popolare. Un viaggio nella ricca e poco nota tradizione libertaria del canto, “per riscoprire – spiegano i protagonisti – le radici non politiche, non banali, non fraintendibili del grande anelito alla libertà del repertorio orale italiano”.
L’iniziativa, promossa dall’Istituto storico di Modena e dal Comune, sarà anche l’occasione di ricordare l’eccidio di piazza Grande del 7 aprile 1920, attraverso l’introduzione storica di Claudio Silingardi, direttore dell’Istituto. Quel giorno, durante una manifestazione di protesta promossa dalle Camere del lavoro anarchiche e socialiste contro un eccidio proletario avvenuto nel bolognese, le forze dell’ordine aprirono il fuoco sui manifestanti, uccidendone cinque.
Francesco Benozzo, menzione speciale della critica ai Folk Awards di Edimburgo nel 2007 e finalista al Premio Tenco 2009, ha all’attivo sei album come cantante e arpista. Si è esibito al teatro Valle di Roma in un reading con il premio Nobel per la letteratura Wisława Szymborska.
Fabio Bonvicini è uno dei più attivi protagonisti della rinascita della tradizione musicale emiliana. Ha suonato e suona in numerosi gruppi, molti dei quali da lui fondati, tra i quali Pivaritrio, Compagnia dell’asino che porta la croce, Suonabanda, Pivenelsacco.
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