Scoprire le tecniche tradizionali della filatura e della tessitura e capire in che modo fu realizzata la camicia in tela grezza che copre il corpo della piccola mummia di Roccapelago, protagonista della mostra “Le vesti di sempre: gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampolo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto”. È l'opportunità che avranno sabato 9 e domenica 10 marzo i visitatori del Museo civico d'arte (Palazzo dei Musei, largo Porta Sant'Agostino 337), grazie ai laboratori e alle dimostrazioni di tessitura e al progetto teatrale “Vita vissuta” dedicato alla piccola comunità rurale vissuta tra Sei e Settecento nel nostro Appennino, quella di Roccapelago, da cui provengono le mummie e le vesti esposte in mostra.
Si comincia sabato 9 alle 15 con “Non perdere il filo!”, un pomeriggio dedicato alle tecniche tradizionali della tessitura, dell'intreccio e della maglia con dimostrazioni pratiche e possibilità di sperimentazioni “in diretta”. Fino alle 18, le esperte Nicoletta di Gaetano, Thessy Schoenholzer Nichols e Giovanna Dallari sveleranno al pubblico i segreti dell'intreccio e della maglia, mostrando l'abilità e l'esperienza alla base della lavorazione dei tessuti. Grazie a loro torneranno a vivere antichi gesti e antiche conoscenze oggi quasi completamente scomparsi, testimoniate in mostra, oltre che dalle antiche vesti provenienti dai siti archeologici di Roccapelago e Monsampolo del Tronto, da un telaio in legno del XVIII secolo fabbricato nel nostro Appennino.
Domenica 10 marzo sempre alle 15 andrà invece in scena, sempre nella sala della mostra, il progetto teatrale “Vita vissuta”, realizzato dall’Associazione “Rocca et labora” con il patrocinio della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e dell’Associazione Lo Scoltenna. La performance (della durata di 45 minuti) evoca stili di vita, costumi e spiritualità degli abitanti di Roccapelago. Realizzata da un gruppo di attori coadiuvati da antropologi, archeologi e studiosi, replicherà fino alle 18. Allo spettacolo hanno collaborato due aziende (Alvit di Spilamberto e 120% Lino di Sant'Agata Bolognese) fornendo i tessuti.
La mostra “Le vesti di sempre: gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampolo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto” trae origine dal ritrovamento di oltre 300 corpi inumati nella cripta della chiesa parrocchiale di Roccapelago e presenta in un unico percorso espositivo la sfida di restaurarne gli abiti, testimonianze della vita rurale tra Seicento e Ottocento, e il confronto con una piccola comunità marchigiana, teatro di un'analoga scoperta. L'ampia varietà di reperti culmina nella presentazione di una delle mummie di Roccapelago, borgo dell'Appennino modenese, avvolta in una camicia-sudario di tela grezza. È promossa da Museo civico d’arte di Modena, Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e Istituto per i Beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con i Comuni di Pievepelago e di Monsampolo del Tronto. La mostra è curata da Lorenzo Lorenzini e Thessy Schoenholzer Nichols ed è aperta da martedì a venerdì dalle 9 alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
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