Il percorso impervio dell'eroe tra boschi, castelli, incantesimi e trasformazioni, fino ad arrivare all'esito finale. Si snoda tra diverse sezioni tematiche la mostra “Cammina cammina... Fiabe d'Europa in figurina”, che inaugura venerdì 8 marzo al Museo della figurina di Modena in corso Canalgrande 103. Il percorso di mostra si snoda attraverso sezioni tematiche. Si comincia con 'Il racconto', il vero strumento per la diffusione della fiaba che, nata oralmente, è circolata per secoli di bocca in bocca prima di essere fissata in forma scritta. I luoghi naturali in cui è venuta alla luce sono i bivacchi, le corti, le aie e i mercati, tutti i luoghi in cui gli uomini hanno incrociato i propri percorsi e cercato riposo dalle fatiche quotidiane.
Si continua con 'I luoghi', spazi dalla natura fortemente simbolica che, oltre a proiettare nella concretezza della topografia le tappe dell’esistenza di chi l’attraversa, incarnano la miriade di sensazioni e aspetti psicologici dei personaggi: così 'La strada' rimanda allo smarrimento e alla conquista, alla fatica e alla pace; 'Il focolare' alla sicurezza di una situazione certa che deve in qualche modo cambiare e 'La soglia' al passaggio da una condizione all'altra. Il cammino è anche il tentativo di conquista verso uno status di maggiore ricchezza e riconoscimento. Per questo il 'Miraggio della corte' è la speranza dell'ascesa sociale.
'Le cose', invece, si fanno emblema del difficile rapporto tra uomo e mondo esterno – lo specchio, il fuso e l'arcolaio, le scarpe e la corona – e dell'illusione di poter avere davvero il controllo del futuro. La sontuosità dei vestiti, l'abbondanza del cibo o il luccichio degli oggetti preziosi sono la promessa dell'appagamento dei desideri, purtroppo inarrivabili, di interi strati sociali.
'Il destino', fortuna e sciagura per l'uomo, attraverso le tappe del 'Cammino' e dei 'Momenti fatali', delinea le mappe esistenziali degli uomini, senza negare mai, però, la necessità della scelta. Attraverso gli 'Incontri' e le 'Trasformazioni' – siano esse causate da 'Sonno e morte', 'Incantesimi', 'Nozze' – si giunge a quella affermazione insieme identitaria e sociale che siamo abituati a leggere come «e vissero felici e contenti».
Infine, 'Le riletture': una sezione dedicata al fiabesco, ossia l''ombra lunga' della fiaba, in cui un personaggio famoso come Cappuccetto Rosso intraprende strade nuove, in una successione di rifacimenti, parodie, e nuovi racconti.
Ogni tema, pur mantenendo inalterata la propria rilevanza simbolica, trova concreta dimostrazione nei materiali esposti, tra cui calendarietti da barbiere, cartoline, giornalini per ragazzi, fogli Epinal, figurine pop-up e numerosi album interamente dedicati alle fiabe, veri e propri libri illustrati, come quelli – preziosi e bellissimi – realizzati dalla ditta di cioccolato Stollwerck. Oltre alle sempre presenti Liebig, una menzione meritano le Bon Marché: più grandi del comune, illustrate come trionfi di dettagli e colori, rappresentano un esempio felicissimo della sintesi iconografica operata dalle figurine nei confronti della ipertrofia di alcuni 'racconti di fate'. Non solo: video e filmati dimostrano come la fiaba sia capace di contaminare altri spazi dell'immaginario. Scene di film come “Psycho” o “Matrix” sono figlie della costante capacità delle fiabe di produrre significati, mentre la pubblicità rinnova i racconti di fate plasmandoli alle esigenze dell'attualità.
Il catalogo, a cura di Hamelin e edito da Franco Cosimo Panini, riproduce tutte le immagini in mostra e presenta un testo introduttivo di Elena Massi che tratteggia lo sviluppo della fiaba dalle prime attestazioni orali fino alla diffusione, con peculiarità diverse, nei diversi Paesi europei. Emilio Varrà, invece, intesse una fitta trama di spunti per interpretare non ingenuamente i nuclei tematici delle fiabe, con particolare attenzione all'universo delle figurine e al loro rapporto col racconto di fate. Ogni sezione, che riflette la suddivisione di mostra, prevede alcuni suggerimenti bibliografici relativi a fiabe note e meno note, emblematiche del tema trattato e i cosiddetti 'prolungamenti', opere che non sono fiabe, ma ne hanno in qualche modo ereditato caratteristiche, temi, personaggi, significati.
Curata dall'associazione Hamelin, la mostra fa parte del progetto culturale “Il ratto d'Europa” promosso da Emilia Romagna Teatro ed è prodotta grazie al contributo della Fondazione cassa di risparmio di Modena. È aperta da mercoledì a venerdì dalle 10.30 alle 13 e dalle 16 alle 19.30, sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 19.30 (www.museodellafigurina.it).
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