"Secure”, il progetto da oltre 21 milioni di euro che, affianco a un pool di imprese, vede coinvolto attivamente il Comune di Modena, e che partecipa al Bando Smart Cities Nazionale è tra quelli promossi dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Questa mattina, 1 marzo, il Miur ha reso nota la graduatoria; sono dichiarate ammissibili ai finanziamenti quattro delle cinque proposte a cui il Comune di Modena partecipa come ente sperimentatore: oltre a “Secure”, “Inf@anzia digitales 3.6” promosso a Reggio Emilia, “Pico” che nasce nella zona di Mirandola per valorizzare il patrimonio culturale e "Rigenerazione delle città" per la riqualificazione degli edifici.
“Abbiamo pensato che il bando potesse costituire un’opportunità per il nostro territorio e abbiamo creduto nel progetto “Secure”, che ha un alta valenza pratica per enti pubblici e imprese – afferma Fabio Poggi, assessore all’Innovazione del Comune di Modena – così come crediamo nella possibilità di portare a Modena i finanziamenti che consentiranno alle aziende di realizzarlo. Il risultato ottenuto è un attestato della capacità di fare rete del nostro territorio, dimostrata sia dai Comuni del cratere che dal tessuto imprenditoriale”.
La proposta progettuale si è aggiudicata 84 punti collocandosi circa a metà della graduatoria di quelle approvate dal Miur. Entro il 5 aprile il partneriato promotore della proposta dovrà presentare al Ministero il progetto esecutivo.
Per la realizzazione dei progetti, il Miur, tramite il bando, ha messo a disposizione risorse pari a complessivi 655,5 milioni di euro, di cui 170 nella forma del contributo alla spesa e 485,5 nella forma del credito agevolato. Sono 147 le idee progettuali che hanno concorso, 83 quelle approvate.
“Nell’attuale situazione di forte crisi economica – osserva Poggi - percorrere la strada delle smart city non è solo necessario a una comunità che evolve e cresce, ma può costituire per il nostro territorio anche la possibilità di realizzare nuovi investimenti che contribuiscano a dare slancio all’economia”.
“Secure” riguarda sicurezza, dematerializzazione e interoperabilità dei dati attraverso la realizzazione a Modena di un grande Data center unico per tutto il territorio provinciale, integrato con la rete dei server locali e in grado di garantire il funzionamento anche in caso di calamità naturali, black-out e attacchi informatici. L’idea progettuale è nata all’indomani del sisma che ha colpito l’Emilia e si è ampliata fino ad assumere valenza extra-regionale e a prevedere un sistema integrato di azioni (dalla mappatura dei servizi del sottosuolo in un catasto federato alla realizzazione di reti integrate di monitoraggio sismico). Allo stato attuale coinvolge una compagine pubblico-privata di cui fanno parte due multi utility, tre università, numerose imprese.
Il team di progetto è formato da Italtel capofila assieme a Hera, Icos, IdS Ingegneria di Sistemi, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia; in Ati sono presenti Teleco, Nier Ingegneria, Doxee, Phema, Siteco Informatica, Tel&Co, Unimatica. Come enti sperimentatori vi fanno parte: Regione Emilia-Romagna, Provincia di Modena, i Comuni di Modena, Bologna, Ferrara, Rimini, Forlì, Castelfranco Emilia, San Cesario sul Panaro e le Unioni di Comuni Bassa Reggiana, Terre d'Argine, Terre di Castelli, Terre d’Acqua, Modenesi Area Nord, Sorbara e Comunità Montana del Frignano, oltre al Comune di Milano.
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