Sei mila morti, 15mila disabili gravi e un numero imprecisato di feriti. Sono le vittime degli incidenti stradali che avvengono ogni anno in Italia, a cui vanno aggiunte le decine di migliaia di loro familiari.
Il Consiglio comunale di Modena ha deciso ad unanimità di aderire all'iniziativa promossa dall'Associazione Familiari e Vittime della Strada, che si prefigge “l'obiettivo di fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti con un disegno di legge delega sui più gravi reati colposi contro la persona”. Lo ha fatto approvando l’ordine del giorno presentato ed emendato dalla consigliera Sandra Poppi di Modena5stelle-beppegrillo.it. La mozione, considerate “la mancanza di punizione dei responsabili di omicidio colposo, l'intollerabile durata dei processi penali e civili, l'inadeguatezza dei risarcimenti offerti dalle compagnie assicuratrici”, impegna la Giunta “a sensibilizzare la popolazione del territorio comunale sull'esistenza della proposta di legge, nonché a predisporre gli opportuni interventi perché venga ripresentata al più presto nel corso della nuova legislatura che inizierà il 15 marzo”.
Sergio Celloni di Mpa ha insistito “sull’importanza dell’educazione al rispetto dei limiti di velocità e del codice della strada”, ribadendo il valore della funzione svolta da singoli e associazioni che si spendono a questo scopo. Ha inoltre sottolineato l’incidenza negativa degli incidenti stradali anche in termini di costi sociali, oltre che umani, ricordando, infine, l’importanza di agire su più versanti: “Occorre incentivare mobilità alternative a quella su due ruote, ma servono anche strade e autostrade in buone condizioni per migliorare la mobilità automobilistica”.
Per il Partito democratico, Fabio Rossi ha definito l’ordine del giorno condivisibile. “Gli incidenti sulle strade - ha detto - incidono sul Pil annuo per il 3 per cento; quindi, oltre essere un’emergenza sanitaria e sociale, sono difficilmente sostenibili dal punto di vista economico e l’Italia ha mancato l’obiettivo fissato dalla Comunità europea di dimezzare in dieci anni il numero di morti sulle strade”. Rossi ha quindi parlato della necessità di dare concretezza agli obiettivi della mozione a livello territoriale, anche attraverso un’azione repressiva, oltre che educativa e ha suggerito “di tornare in Aula tra sei mesi per verificare l’andamento del fenomeno a livello locale”. Anche per William Garagnani “il problema è enorme e non adeguatamente affrontato, poiché chi uccide alla guida non va incontro a gravi conseguenze a livello giudiziario, soprattutto se è benestante e si può avvalere di un buon avvocato”. Per il consigliere “occorre introdurre l’omicidio stradale nell’ordinamento giuridico”. Inoltre, essendo la velocità è il fattore che più incide, il Consiglio comunale può intervenire concretamente “affinché in ambito urbano siano introdotti limiti massimi più restrittivi”. Enrico Artioli si è detto “complessivamente d’accordo con la mozione, che però pone molto l’accento sugli aspetti giudiziari, meno su quanto si può fare sul versante della prevenzione. L’iniziativa – ha proseguito - aiuta a far cogliere tutta la gravità di una guida pericolosa e va accompagnata con iniziative concrete a livello locale”.
Per il Pdl, è intervenuto Sandro Bellei: “Non si può non essere d’accordo con l’odg – ha osservato - ma il codice della strada è esaustivo, prevede sanzioni e aggravanti, distinguendo correttamente tra omicidio colposo e doloso. Inutile introdurre altre leggi, quando basterebbe far rispettare quelle che già ci sono. Occorre piuttosto educare e sanzionare chi non rispetta le regole”, ha concluso.
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