11/03/2013

BOSCHINI: “SUI DERIVATI TRASPARENZA E NIENTE SPECULAZIONI”

L’assessore ha risposto in Consiglio all’interrogazione di Eugenia Rossi (Etica e legalità). Di cinque operazioni, tre sono chiuse e ci si avvia a chiudere le due rimanenti

“Il Comune di Modena ha pienamente osservato tutte le disposizioni di legge vigenti relativamente alle operazioni su derivati, contratte dall’Amministrazione nel 2002 con l’obiettivo dichiarato di copertura dal rischio connesso all’innalzamento del tasso di interesse di prestiti a tasso variabile. E successivamente ha operato per l’estinzione dei contratti, in tre casi già avvenuta, negli altri due in corso di realizzazione”.

Il vicesindaco e assessore al Bilancio Giuseppe Boschini chiarisce così la posizione del Comune rispetto ai contratti in strumenti finanziari derivati rispondendo nella seduta di oggi, lunedì 11 marzo, del Consiglio comunale alle interrogazioni della consigliera di Etica e legalità Eugenia Rossi inerenti ai derivati.

La consigliera ha chiesto a quanto ammonta attualmente il finanziamento in titoli derivati, quali conseguenze ha determinato finora sul bilancio comunale, quali esiti determinerà di qui al momento dell’estinzione e quando e come si prevede di sanare la situazione estinguendo i titoli. Rossi ha inoltre chiesto come l’Amministrazione “intenda procedere per tutelare gli interessi della cittadinanza, già gravata dalla scelta sbagliata e preoccupante di avvalersi di derivati nell'ambito delle politiche di bilancio”. La consigliera ha ricordato che la Corte dei conti ha sollecitato gli enti pubblici ad "adottare doverose iniziative volte alla risoluzione di contratti eccessivamente onerosi, pena l'attribuzione di colpa grave agli amministratori”, e che “possono contare sulle notevoli aperture sia del giudice ordinario, che concede la nullità del contratto per mancanza di causa, sia del giudice amministrativo per ciò che riguarda la legittimità dell'annullamento di ufficio in via di autotutela del contratto potenzialmente dannoso per l'ente”.

L’assessore Boschini ha ricordato che “l’obiettivo con cui nacquero le operazioni non è mai stato speculativo, ma piuttosto ‘assicurativo’, orientato cioè a un meccanismo finanziario capace di tutelare e compensare il Comune, per effetto dell’andamento inverso, in caso di aggravio dei costi dei mutui a tasso variabile”.

I tecnici dell’assessorato al Bilancio hanno calcolato che se nel 2002 il Comune avesse attivato un mutuo a tasso fisso invece che variabile (a interesse Irs a 20 anni pari, nel 2002, al 5,331%) i mutui sottostanti ai due derivati ancora accesi, nel 2012 sarebbero costati di interessi 491 mila 604 euro. Lo scorso anno, invece, l’interesse dei due mutui è costato al Comune 366 mila 973 euro (116 mila 985 euro di interessi effettivi e 294 mila 987 euro di differenziale negativo dei derivati). Quindi l’Amministrazione, rispetto al tasso fisso, ha comunque risparmiato 124 mila 631 euro nel solo 2012. Dal 2002 ad oggi, rispetto ai mutui a tasso fisso, si possono considerare risparmi sugli interessi passivi per 2 milioni 278 mila euro, considerando sia il costo degli interessi sia i flussi negativi collegati ai derivati.

“Questi ultimi – ha proseguito l’assessore – sono pari a 1 milione 854 mila euro e insieme al costo del tasso variabile ammontano a 5 milioni 305 mila euro, spesa comunque decisamente inferiore rispetto al costo che avremmo dovuto sostenere in caso di contratti a tasso fisso, pari a 7 milioni 583 mila euro. Non si ravvisa quindi la condizione di eccessiva onerosità. Sulle operazioni con derivati, sulle quali non si riscontrano irregolarità – ha specificato ancora Boschini – c’è sempre stata trasparenza in bilancio e nelle relazioni previsionali, dove tutti i dati sono stati sempre resi pubblici in modo trasparente, oltre alle risposte puntuali fornite alle interrogazioni in Consiglio comunale. Non è corretto, inoltre, parlare di perdite relativamente ai contratti estinti nel 2010, bensì di costi commisurati alla funzione svolta dal contratto, e il prezzo dell’estinzione convenuto è stato decisamente inferiore al suo valore di mercato al momento dell'estinzione stessa”.

Il vicesindaco, infine, ha sottolineato che “anche considerando il costo dei contratti in derivati, il Comune di Modena ha una incidenza della spesa per rate dei prestiti e mutui (esclusi gli ammortamenti) molto più bassa del dato medio regionale. Nel 2011, infatti, a Modena è stata pari allo 0,60 % delle entrate correnti, costo di quattro volte inferiore rispetto al dato medio regionale, pari al 2,56 %”.

Nella replica la consigliera Rossi ha evidenziato che “1 milione 800 mila euro pesano molto di questi tempi in cui chiudere il bilancio è difficoltoso ed è obbligatorio ridurre l’indebitamento. Spero che nella prossima riunione per il bilancio venga monitorata la situazione derivati e si valuti se c’è la condizione per estinguere quelli ancora in essere. Sono state fatte operazioni avventate, si dovrà fare di tutto per evitare ulteriori azzardi: giocare in borsa non è il nostro mestiere”.

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