Entro il 16 dicembre bisogna ricordarsi di pagare l’Imu relativa a seconde case e immobili per attività produttive; ma per la “mini Imu”, quella che dovrebbe essere applicata alla prima casa, il Comune di Modena suggerisce di aspettare. “Prima di pagare la mini Imu – precisa l’assessore al Bilancio Giuseppe Boschini – è meglio attendere per capire cosa succederà in Parlamento e quali decisioni verranno assunte dal governo. Il decreto legge che ne stabilisce il pagamento entro il prossimo 16 gennaio è già stato pubblicato, ma continuiamo a ricevere messaggi contraddittori ed è opportuno, quindi, aspettare che si concluda questa fase. E ci auguriamo che prevalga il buon senso e che la conclusione sia il non pagamento per i modenesi della ‘mini Imu’ senza conseguenze finanziarie per il Comune”.
Dalle prime valutazioni, a Modena il valore medio delle 63.500 deleghe di pagamento relative alla prima casa sarebbe di circa 43 euro. Per un totale di quasi due milioni e 800 mila euro, corrispondente al 40 per cento della differenza tra il gettito dell’aliquota base e quello relativo all’aliquota del 5,2 applicata a Modena fin dalla nascita dell’Imu e mai modificata in seguito. Il 60 per cento a carico dello Stato sarebbe di poco superiore ai quattro milioni.
“Sono cifre che devono fare riflettere – aggiunge Boschini – e suggerire l’importanza di trovare le coperture finanziarie in Parlamento senza coinvolgere di nuovo i cittadini. Basti pensare che a Modena per riscuotere meno di tre milioni si andrebbero a determinare costi ai contribuenti per almeno 600 mila euro, dovuti agli intermediari finanziari per le riscossioni dei bollettini, più le altre spese della macchina amministrativa. Stupisce che a Roma qualcuno abbia deciso di muovere una macchina di riscossione così costosa per importi finanziariamente limitati. Fare pagare ai cittadini e in seguito restituire, una delle ultime ipotesi che si sono lette, non farebbe poi che raddoppiare l’assurdità dell’operazione”.
Per l’assessore Boschini, inoltre, “rimane il fatto che a giugno il ministero ci ha già riconosciuto senza obiezioni l’equivalente dell’aliquota del 5,2 e che l’impegno del Governo era la completa copertura dell’abolizione dell’Imu sulla prima casa. Una abolizione del resto scelta dal Governo, non dai Comuni. Per questo la decisione di non riconoscerci oggi una aliquota maggiorata oltre 18 mesi fa appare un vero fulmine a ciel sereno, inatteso e senza motivazione. Non è che a dicembre si può costringere i Comuni a rifare i conti del 2013. C’è da rimanere increduli, poi, di fronte a una logica che penalizza a priori l’amministrazione locale che utilizza una aliquota differenziata, sulla base della ampiezza dei servizi che intende offrire ai sui cittadini. Non si può pensare – afferma Boschini – di governare Modena da Roma e non si può pensare ad esempio che i servizi sociali di Modena o i suoi asili nido –riconosciuti ai vertici nazionali anche quest’anno nelle classifiche sulla qualità della vita del Sole 24 ore – siano elementi che non hanno alcun peso nel determinare i fabbisogni finanziari di un Comune. Chiediamo quindi al livello nazionale più chiarezza e più autonomia per le scelte di finanza locale, perché ci teniamo ad avere un patto sociale chiaro coi nostri cittadini, in merito all’equilibrio sostenibile tra servizi che offriamo e tributi che dobbiamo raccogliere per pagarli”.
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