Il Consiglio comunale di Modena si è schierato unanime a favore della mobilitazione per il rilascio degli attivisti di Greenpeace fermati nelle acque del circolo polare artico. I 30, tra i quali l’italiano Cristian D’Alessandro e diversi giornalisti, sono stati accusati da un tribunale russo, prima di pirateria, poi di “hooliganismo”, termine che viene tradotto in teppismo o vandalismo.
“Accuse sproporzionate, violazione dei diritti umani, preoccupazione nei confronti dell’equilibrio ambientale e un’aggressiva politica della Russia nel circolo polare artico sono i temi dell’ordine del giorno”, ha spiegato Eugenia Rossi di Etica e Legalità, illustrando la mozione sottoscritta anche da Pd, Sel, Msa e Olga Vecchi del Pdl. Votando il documento i gruppi consiliari in aula giovedì 7 novembre hanno impegnato sindaco e giunta “a diffondere e appoggiare la campagna di raccolta firme messa in atto da Greenpeace in tutto il mondo e a sollecitare il ministro degli Esteri a utilizzare non solo le vie diplomatiche ma soprattutto quelle giuridiche per tutelare il nostro connazionale. L’ordine del giorno chiede inoltre di condividere l'istanza del governo olandese che si è immediatamente attivato per ottenere un arbitrato internazionale e avviare una procedura legale presso il tribunale Onu.
“Alla prima udienza, che si è svolta il 6 novembre, la Russia non si è presentata”, ha spiegato la consigliera Rossi sottolineando come nell'Artico si stia delineando una guerra: secondo la Convenzione Onu gli stati possono considerare ‘zona economica esclusiva’ su cui esercitare diritti di sfruttamento le aree che si estendono per 200 miglia dalla costa, ma se uno stato dimostra che la piattaforma continentale si estende oltre, ‘può rivendicarne il diritto di sfruttamento’. E’ quanto sta facendo la Russia, sostenendo che la dorsale di Lomonosov sarebbe un prolungamento del suo territorio, che “nonostante la causa sia ancora in dibattito, ha proceduto a esercitare azioni di forza”. In tale contesto si è verificato l’episodio di protesta di Grenpeace contro le trivellazioni petrolifere su una piattaforma della Gazprom nel Mare di Pachora, che ha portato prima all'arresto di due attivisti e successivamente a quello di altri 28, tra cui D’Alessandro, che su una nave di International Greenpeace in acque internazionali protestavano pacificamente”.
Per il Pd, il capogruppo Paolo Trande ha evidenziato la “grave violazione dei diritti umani e civili che avviene all’interno dell’Europa” e ha parlato di “una Russia che si sta caratterizzando sempre più per politiche autoritarie”. Unendosi alle preoccupazioni espresse nella mozione, Trande ha auspicato che “siano le organizzazioni sovranazionali a disciplinare la situazione che si sta verificando nell’Artico” e si è appellato all’Unione europea affinché arrivi a una posizione comune sulla questione degli attivisti arrestati.
Sandra Poppi di Modena salute ambiente ha detto di aver già firmato “la petizione per la liberazione degli attivisti che protestavano in difesa del delicato equilibrio artico messo a repentaglio dalle trivellazioni petrolifere che avanzano approfittando dello scioglimento dei ghiacci di cui sono, però, in parte responsabili”. La consigliera ha anche riferito che sulla vicenda il Tribunale marittimo di Amburgo si dovrebbe esprimere entro il 22 novembre.
Anche Sandro Bellei, per il Pdl, ha detto di condividere la mozione stigmatizzando il silenzio dei Paesi europei nei confronti della corsa ai Poli come di molti altri temi. Secondo Bellei sarebbe anche necessario un appello “affinché l’Europa si attivi per fa finire l’indegna vicenda dei fucilieri italiani trattenuti da un anno in India”.
Per il capogruppo di Sel, Federico Ricci “è importante che il Consiglio comunale si esprima quando sono in gioco i diritti umani e del pianeta Terra”. Il consigliere ha auspicato che dell’istanza si facciano carico anche Provincia, Regione e parlamentari e senatori modenesi.
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