07/10/2013

MUSEO D'ARTE/ 2–SETTE ANNI DI LAVORO PER SETTECENTO OPERE

Numeri e collaborazioni del nuovo catalogo della pittura dell'Otto e Novecento

Le biografie di 144 artisti e più di settecento schede relative alle opere, costruite con il vaglio sistematico di tutte le fonti disponibili, danno conto della vastità di un patrimonio che si è arricchito negli ultimi anni, anche grazie al deposito di pezzi appartenenti a privati e istituzioni. Il nuovo catalogo “Museo Civico d’Arte di Modena. Dipinti dell’Ottocento e del Novecento”, a cura di Fiorini, Piccinini e Rivi, è stato realizzato grazie alla collaborazione di istituzioni e privati. Alla stampa ha contribuito l'Ordine degli avvocati di Modena, che espone nella propria sede di via San Giovanni del Cantone una selezione di dipinti di artisti modenesi appartenenti alle raccolte civiche. Ha collaborato alla pubblicazione anche l’Istituto Beni culturali e naturali della Regione Emilia Romagna, che dopo avere finanziato il restauro dei dipinti legati al “Premio Poletti”, pubblica il volume nella propria collana di cataloghi, dopo quelli dedicati ai tessuti della collezione Gandini (2010) e alle raccolte del Museo del Risorgimento (2011).

“Chi voglia conoscere l’arte degli ultimi due secoli a Modena deve innanzitutto guardare a quanto conservato in tre raccolte cittadine, pubbliche e private”, spiega la direttrice del Museo civico d'arte Francesca Piccinini: “Il Museo civico, la raccolta della Provincia e, da un decennio a questa parte, la raccolta Assicoop Modena&Ferrara. Nel corso degli ultimi anni, all’interno di un più ampio progetto di studio e ricerca del patrimonio artistico dell’Ottocento e del Novecento, è stato compiuto un lavoro di schedatura di tale patrimonio, che confluisce nel catalogo”. Esprime soddisfazione anche il sindaco di Modena Giorgio Pighi: “Al termine di un lungo lavoro preparatorio esce il catalogo completo della raccolta di dipinti moderni dei Musei Civici. Alla sua realizzazione ha collaborato un gruppo di giovani ricercatori, ai quali il Museo ha offerto  una concreta opportunità formativa, oltre che un'interessante esperienza sul campo”.  Nella premessa al volume, Laura Carlini dell'Istituto beni culturali sottolinea che “il profilo del museo risulta oggi più completo anche grazie al recupero di uno dei nuclei di maggior significato della raccolta d’arte: il fondo Poletti, restaurato per opera dell’Istituto beni culturali che ne ha sostenuto i costi, progettato e condotto i lavori sotto la direzione di Francesca Piccinini e la supervisione della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia”.

All'interno delle raccolte museali di pittura, infatti, uno dei più importanti filoni, cronologicamente continuo, è quello del premio Poletti: 121 dipinti arrivati in Museo, dal 1872 al 1945, a seguito dei concorsi quadriennali che, grazie al lascito dell’architetto Luigi Poletti, dovevano individuare i giovani artisti locali più promettenti del momento. Le opere registrano l’evolversi dei modelli estetici nel corso di cento anni di storia dell’arte.

Al filo di quella storia si aggiunge una serie ampia e variegata di donazioni, di diversa importanza e consistenza, legata al costante rapporto tra la città e il suo museo, fino a questi ultimi anni che hanno visto artisti contemporanei donare loro opere a seguito di iniziative espositive organizzate dal museo. I nomi che si avvicendano nello scorrere cronologicamente il patrimonio pittorico museale sono i più importanti della storia dell’arte modenese: da Adeodato Malatesta, caposcuola indiscusso a partire dagli anni Quaranta  della cultura artistica cittadina, a Giovanni Muzzioli (la cui adesione dei nuovi modelli del Naturalismo toscano porterà anche a Modena una ventata di novità), fino ad Augusto Valli, pittore africanista, tra i primi a documentare l’avventura colonialista italiana. Nel Novecento, tra gli altri, Casimiro Jodi, Artioli, Bertoli, Bruni, Salvarani, fino alle ultime donazioni di artisti ancora operanti, come Gianni Valbonesi, Carlo Cremaschi, Davide Benati.

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