Un lungo dibattito si è sviluppato nella seduta di oggi, giovedì 10 ottobre, in Consiglio comunale sulla situazione della Maserati, oggetto di un’interrogazione presentata da Enrico Artioli del Pd (firmata anche da Rossella Maienza e Luigi Alberto Pini) e trasformata in interpellanza.
Sergio Celloni (Movimento per cambiare insieme per Modena) ha sollecitato un approccio volto ad agevolare le imprese, “permettendo loro di andare avanti e di essere competitive sul mercato. Le uniche cose che abbiamo sul territorio – ha proseguito – sono i prodotti di eccellenza, ma se continuiamo a penalizzare le aziende perdiamo anche questo vantaggio”.
Eugenia Rossi (Etica e legalità) ha parlato di “fallimento anche amministrativo: l’errore del Comune è stato non aver previsto spazi sul territorio da destinare alla Maserati, anche quando si è liberato lo spazio antistante la sede dell’impresa. Vi invito a uscire dalla retorica – ha aggiunto – abbiamo bisogno di azioni pratiche che creino condizioni favorevoli: vanno messi a disposizione capannoni anche per attività collaterali alla produzione Maserati”.
Per il Pd, Rossella Maienza ha definito un “brutto scippo” il trasferimento a Torino della produzione. “Si tratta di scelte del management che non rispettano la storia e la tradizione della società. Ci sono in gioco centinaia di posti di lavoro e la qualità della vita di tanti modenesi – ha aggiunto – urge l’intervento integrato delle istituzioni in un tavolo tecnico in Prefettura per la definizione di un protocollo”. Michele Andreana si è chiesto cosa può offrire Modena all’interno dell’universo Fiat: “Per far rimanere in città la Maserati serve un progetto forte che chiami in causa anche l’Università e la Regione, mettiamo in campo proposte che rendano la città interessante. Abbiamo il dovere di ragionare aprendo un tavolo con le istituzioni coinvolte”. Della stessa idea William Garagnani, secondo il quale vanno valorizzati gli elementi Ferrari, Maserati e Università. “La battaglia da portare avanti è quella di far rimanere a Modena cervello e cuore dell’impresa, e in questo senso il rapporto con l’Università è fondamentale”. Il consigliere ha inoltre sollecitato una celebrazione dei 100 anni dell’azienda “che coinvolga tutti coloro che hanno lavorato lì, dai 20enni ai 90enni”. Anche secondo Artioli “l’Amministrazione può contribuire a creare condizioni che spingano a innestare produzioni sul territorio grazie a una formazione di eccellenza, al coinvolgimento di Università e Istituti tecnici, al consolidamento di un legame con il territorio e anche allo sviluppo di nuovi progetti automobilistici legati a visioni ecologiche”.
Per Gian Carlo Pellacani (Udc) “lo spostamento della produzione Maserati rappresenta un indebolimento dell’immagine di Modena a livello industriale sul piano nazionale e internazionale. Bisogna urlare e farsi sentire – ha aggiunto – il sindaco deve essere un condottiero delle eccellenze del suo territorio. Se non si fa questo non si comprende il danno che deriva dalla perdita di queste attività”.
Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha evidenziato che “il problema è che lo stabilimento Maserati non ha prospettive di sviluppo, in quanto schiacciato contro la ferrovia. A Modena abbiamo la possibilità di mantenere le produzioni di modelli di alta gamma e di alta qualità – ha detto – ma l’Amministrazione deve fare uno sforzo importante, attraverso incentivi e tassazione agevolata, per cercare di convincere la società della bontà di uno sviluppo in altra area del territorio comunale”. Secondo Olga Vecchi si tratta di una “situazione avvilente. Stiamo perdendo tutti i nostri brand – ha evidenziato – li stiamo svendendo senza fare nulla per trattenerli. Non è sufficiente urlare; l’Amministrazione deve offrire incentivi a rimanere. Se vogliamo che resti quello che è il nostro fiore all’occhiello è necessario che le imprese si sentano desiderate”. Anche per Sandro Bellei “questa terra, ridefinita Motor Valley, sta perdendo dei pezzi; ne è espressione la chiusura del Motor show. Solo quando ce li stanno soffiando sotto il naso ce ne accorgiamo?”, ha aggiunto. “Tutto ciò rientra nel nostro dna di persone poco capaci di difendere i propri gioielli di famiglia. Dobbiamo cercare di cambiare mentalità”.
Ingrid Caporioni (Sel) ha sollecitato l’organizzazione di “un Consiglio tematico sulle economie modenesi a 360 gradi, che riguardi cioè le imprese ma anche i lavoratori. Molte persone continuano a perdere il lavoro – ha proseguito – nonostante la crisi duri già da anni. Occorre che l’Italia si agganci alla ripresa con una serie di interventi che abbiano ricadute sul territorio. Modena si deve unire nella richiesta al Governo di intervento”.
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