Sarà destinata ad attività didattica, come ampliamento dell’Istituto Enrico Fermi, in via Luosi 7 a Modena, l’edificio che verrà costruito al posto della palazzina ex Bidinelli la quale, danneggiata dal sisma, verrà demolita nei prossimi giorni dalla Provincia. Lo prevede la delibera che fornisce il nullaosta al progetto, in deroga agli strumenti urbanistici comunali, illustrata dall’assessore alla Programmazione e gestione del territorio Gabriele Giacobazzi e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale nella seduta di oggi, giovedì 3 ottobre.
Il documento dà parere favorevole al nuovo progetto di demolizione della palazzina che per anni ha ospitato l’Istituto Storico della Resistenza e che già dagli anni Sessanta era stata acquisita dalla Provincia per l’ampliamento dell’istituto Fermi. Con gli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 la struttura è stata gravemente danneggiata e la Provincia ha quindi deciso di demolirla e costruire un nuovo moderno edificio, che si differenzia rispetto al progetto di recupero previsto prima del terremoto per la demolizione e ricostruzione, ma anche per una diversa disposizione interna dei locali e per una maggiore ampiezza degli stessi. La delibera discussa in Consiglio comunale acconsente quindi alla costruzione del nuovo corpo di fabbrica a minor distanza dalla pubblica via, in deroga alle norme in materia di distanze dai confini e tra edifici, e con una volumetria maggiore rispetto a quella attuale, in deroga alla normativa sulla densità edilizia della Zona elementare. Dovranno essere comunque rispettati i requisiti igienico-sanitari, così come le normative in materia di sicurezza, abbattimento delle barriere architettoniche, prevenzione incendi e altre.
I lavori di demolizione inizieranno la prossima settimana e si concluderanno entro il mese di ottobre, mentre la realizzazione del nuovo edificio, il cui progetto definitivo è in fase di approvazione, è prevista entro la fine del 2014.
La nuova struttura, a tre piani, non sarà in diretta continuità con l’edificio principale, ma i due corpi saranno collegati al piano terra da un passaggio vetrato che consentirà sia l’accesso dall’esterno che il collegamento tra un edificio e l’altro. Il piano terra verrà utilizzato per accoglienza e uffici amministrativi, mentre i piani superiori saranno adibiti ad aule e laboratori. In particolare, l’edificio ospiterà 8 nuove aule e 3 laboratori a supporto del nuovo indirizzo formativo in chimica, biotecnologie e materiali dell’istituto Fermi, consentendo la formazione di un totale di 200 alunni nel settore agroalimentare.
Pareri favorevoli all’intervento sono giunti da tutti i consiglieri intervenuti al dibattito. Per il Pdl, il capogruppo Adolfo Morandi ha sottolineato: “Era opportuno e logico prevedere un ampliamento di questo tipo per consentire all’Istituto Fermi di valorizzare e ampliare l’attività scolastica; il progetto è condivisibile e in linea a quanto da noi stessi richiesto. Non è rilevante – ha aggiunto - il fatto che vada in deroga alla densità prevista dal piano regolatore, mentre è rilevante che la scuola venga dotata di una struttura importante”. Per Sandro Bellei “questa della valorizzazione delle specializzazioni nella formazione è la strada da seguire anche in futuro; specializzazioni che devono essere legate alle vocazioni del territorio, ad esempio – ha precisato il consigliere – nella Bassa il comparto biomedicale meriterebbe una scuola specializzata ad hoc e altrettanto il settore della lavorazione del legno che a Cavezzo conosce vere eccellenze”.
Per il Pd, Enrico Artioli ha evidenziato la necessità di valorizzare la funzione svolta da questo e altri istituti che forniscono una formazione tecnica agli studenti. Il consigliere ha inoltre rimarcato che “nella nuova palazzina saranno ospitati, oltre alle aule, i nuovi laboratori e sappiamo come la didattica laboratoriale sia oggi una delle frontiere che consentono ai ragazzi di imparare davvero”.
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