Sono state poche le persone che nella città Modena hanno trascorso le notti di dicembre e delle festività all’aperto. I volontari che ogni sera escono per l’attività di monitoraggio, prevista dal nuovo accordo operativo sottoscritto dal Comune e dieci tra enti e associazioni che operano nel settore della prevenzione al disagio sociale, ne hanno incontrate e assistite due o tre in stazione ferroviaria, altrettante al Novi Sad, una o due tra la zona di San Cataldo e lo scalo merci della stazione.
“Sono i luoghi più frequentati dai senza casa, ma il monitoraggio si svolge anche in tutta l’area del centro storico grazie all’impegno di decine di volontari” ricorda Francesca Maletti, assessore alle Politiche sociali, che ha partecipato all’attività direttamente sia la notte del 25 dicembre che quella del 28, insieme a dirigenti del settore e ai responsabili del Sert, oltre ai volontari (almeno cinque ogni notte) che distribuiscono generi di conforto come alimenti, bevande calde e coperte.
Nell’ultimo mese, inoltre, cinque persone residenti a Modena sono state accolte dai poli per l’assistenza sociale, allo sportello del centro stranieri si sono rivolte in 30 e 11, tra cui due donne, tutti con certificati medici per convalescenza, sono state inserite nei dormitori della Misericordia e di Porta Aperta.
“Nessuna emergenza, quindi, lo scorso anno le persone che incontrammo nelle notti di gelo – spiega Maletti – furono molte di più, 47 quelle complessivamente accolte, ma i percorsi di assistenza che avviammo proprio sulla base di quell’esperienza hanno dato buoni risultati, molte persone le abbiamo letteralmente tirate via dalla strada. Ora però l’attività prosegue fino al 31 marzo e valuteremo man mano i risultati. Per adesso, infatti, le temperature non sono mai state particolarmente rigide e non sono state attivate le procedure straordinarie previste dal protocollo che, per la prima volta, formalizza una collaborazione tra tutti i soggetti che negli anni scorsi hanno svolto queste azioni nella convinzione che a garantire l’efficacia dei risultati – sottolinea l’assessore – sia il consolidamento di una rete tra i diversi interlocutori pubblici e privati, e la definizione e condivisione delle azioni finalizzate a contrastare le situazioni di disagio sociale”.
I destinatari degli interventi sono tutti i cittadini, italiani e stranieri, che non hanno un’idonea collocazione dove passare la notte, con particolare riferimento a coloro che hanno patologie sanitarie già stabilizzate legate alla stagione rigida e che necessitano per la guarigione, non del ricovero ospedaliero, ma di un periodo di accoglienza temporanea presso una normale struttura socio-assistenziale. Gli obiettivi del protocollo sono quelli di fornire accoglienza residenziale temporanea per convalescenza, l’accoglienza straordinaria per situazioni di clima particolarmente rigido, il monitoraggio costante della situazione e del fenomeno in città.
I firmatari del protocollo sono l’assessorato alle Politiche sociali, sanitarie e abitative del Comune di Modena, l’Azienda Usl attraverso l’attività del nuovo ospedale civile Sant’Agostino-Estense di Baggiovara, l’Azienda ospedaliera universitaria Policlinico, il Centro d’ascolto dell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola, le associazioni Porta Aperta, Confraternita di misericordia, gruppo comunale Protezione civile, Croce Blu, Croce Rossa italiana, Agesci e Vivere sicuri.
Azioni sul documento