Stanno per essere ultimate le prime fasi di verifica, collaudo e ottimizzazione delle due linee del forno crematorio, inaugurato alla fine dello scorso mese di novembre, al cimitero di San Cataldo.
In queste prime settimane sono già state venti le salme cremate a Modena, su un totale di 85 richieste.
“Il dato è sicuramente in linea con le nostre previsioni”, sottolineano Simona Arletti, assessore ai Servizi demografici del Comune di Modena e Carlo Alberto D’addese, assessore alle Onoranze funebri e Polizia mortuaria del Comune di Carpi, amministratori dei comuni che insieme hanno realizzato il servizio.
“Il forno crematorio di San Cataldo, proseguono Arletti e D’Addese, deve diventare un punto di riferimento per i cittadini modenesi e per le agenzie di pompe funebri locali che negli anni hanno dovuto, per necessità, organizzarsi portando i feretri fuori provincia.”
“La nostra struttura è tecnologicamente all’avanguardia sia nella fase di cremazione dei resti mortali sia per la tutela dell’ambiente, proseguono Arletti e D’Addese. “Con l’obiettivo di garantire la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini l’amministrazione provinciale di Modena, su indicazione di Arpa, ha previsto che si possano bruciate bare non lucidate, quindi senza verniciatura e senza interno in zinco. Forse questa scelta all’inizio potrà non convincere alcuni parenti dei defunti per questioni estetiche, ma si tratta di uno sforzo culturale che chiediamo consapevolmente per tutelare l’aria che respiriamo e l’ambiente.”
“Siamo certi, concludono i due assessori, che già nelle prossime settimane gli impianti, saranno in grado di effettuare a pieno regime dalle 10 alle 12 cremazioni al giorno.”
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