“In prima pagina solo gli eventi drammatici, un overdose o il tragico epilogo di un rave party, ma di certe azioni ed esperienze che vedono i giovani protagonisti positivi e sono più diffuse di quanto non si creda, non si parla. Facciamo fatica a trasmetterne l'importanza, non interessano i giornali e le tv, soprattutto quando riguardano percorsi che educano e cercano di fare vivere ideali e valori. Ma noi non demordiamo!”. È la testimonianza di Elena Gazzotti, una ragazza che fa parte del gruppo modenese di Albachiara, impegnato in attività che promuovono legalità e cittadinanza responsabile. Nei giorni scorsi lei e il suo gruppo sono stati impegnati per una decina di giorni a Finale Emilia. Assieme a una decina di giovani pugliesi, provenienti da Mesagne (Brindisi), hanno scavato tra le macerie della “Torre dei modenesi” per recuperare e catalogare i resti del monumento crollato sotto i colpi del terremoto. Lo scorso anno i modenesi avevano partecipato a un campo estivo sulle terre confiscate ai boss della Sacra Corona Unita, attualmente lavorate dalle cooperative sociali di Libera Terra. Avevano visitato i luoghi e ascoltato la testimonianza dei protagonisti della lotta alla mafia e quest’anno l’ospitalità è stata ricambiata: sono stati i giovani pugliesi a svolgere un’esperienza concreta di volontariato, “perché si può fare lezione di educazione alle cittadinanza responsabile anche tra le macerie del terremoto”, spiega Fabio Poggi, assessore alle Politiche giovanili del Comune di Modena. L’Amministrazione modenese ha sostenuto il progetto “dal momento che lo scambio rientra appieno tra le Azioni per lo sviluppo della cultura della legalità e della cittadinanza di cui la Regione Emilia-Romagna ha assegnato al Comune di Modena il ruolo di capofila”.
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