“Il disallineamento tra la popolazione modenese censita dall’Istat lo scorso 8 ottobre 2011, pari a 180 mila e 6 abitanti, e quella iscritta all’anagrafe, pari a 185 mila e 667 persone, si verifica con uno scarto più o meno significativo ogni volta che si effettua un Censimento e richiede circa due anni per riallinearsi. Non si tratta però di differenze tali da creare problemi alla pianificazione a breve e a lungo termine del Comune, Psc compreso, che si basano su trend di anni, non sul dato puntuale”.
Lo ha detto l’assessore al Servizio statistica del Comune di Modena Daniele Sitta rispondendo nella seduta di lunedì 2 luglio del Consiglio comunale all’interrogazione, trasformata in interpellanza, del consigliere di Sinistra per Modena Federico Ricci sul numero di persone presenti a Modena.
Ricci ha chiesto in particolare quale sia il dato certificato, sulla base del quale definire politiche, programmi, risorse all'interno del bilancio previsionale di parte corrente e per il piano triennale degli investimenti, nonché per la definizione del nuovo Piano strutturale comunale (Psc, ex Piano regolatore). Il consigliere ha infatti evidenziato come i residenti iscritti al registro anagrafico di popolazione del Comune a fine 2011 ammontassero circa 186 mila, mentre in base al censimento – riferito all’8 ottobre 2011 – risultassero poco meno di 180 mila. “E' opportuno un tempestivo intervento affinché, dopo verifiche per accertare l'effettiva assenza dal territorio, l'Ente provveda a cancellare le persone in esubero e si determini un numero indicativo di persone effettivamente residenti”, ha concluso.
L’assessore Sitta ha sottolineato che la differenza tra la popolazione residente iscritta all’anagrafe e quella censita è di circa 5 mila 600 unità, “più sensibile di quella che si registrò dieci anni fa, pari a 2 mila 300 unità. Le persone effettivamente dimoranti sono meno di quelle ufficialmente iscritte all’anagrafe come residenti, senza considerare i clandestini. Va però ricordato – ha affermato Sitta – che il Censimento si fa attraverso la compilazione di un questionario che viene spedito a domicilio e il controllo su chi non lo compila viene fatto con l’invio a casa di un operatore fino a tre volte. Se non viene trovato nessuno in casa si definisce che in quel luogo non vi sono residenti. Ma non sempre è così”. L’assessore ha infatti spiegato che “dalle prime stime si può supporre che almeno 2 mila 500 degli 8 mila 300 residenti che all’8 ottobre 2011 non sono stati censiti perché non hanno compilato il questionario e non sono stati trovati in casa durante i sopralluoghi siano ancora sul territorio comunale”.
Sitta ha annunciato che alla data attuale si sono registrati all’anagrafe ulteriori 4 mila individui, non censiti, e se ne sono tolti circa 3 mila. “Un primo riallineamento di quasi mille persone si è già registrato – ha commentato – e la differenza rispetto all’Istat sulla base di questi dati sarebbe quindi ridotta a 2 mila 200 abitanti, con una popolazione attuale di circa 183 mila 500 persone”.
Il dato esatto della popolazione si saprà intorno a fine 2013, in seguito alle opportune verifiche e alle eventuali cancellazioni, come avviene per le anagrafi di tutti gli altri Comuni italiani. “Da oggi a fine 2013 si aggiungeranno verosimilmente altre 2 mila 200 persone per normale trend di crescita. In definitiva, quindi – ha aggiunto Sitta – a meno di forti variazioni nei movimenti migratori, in quella data la popolazione sarà all’incirca uguale a quella registrata dall’anagrafe il 31 dicembre 2011, e cioè di 185 mila 700 unità”.
Secondo Eugenia Rossi di Idv, “ci si arrampica sugli specchi per dimostrare che non ci sono differenze, mentre ce ne sono e anche rilevanti, con significative ricadute sulla formulazione del Psc. Piaccia o non piaccia, i dati ufficiali sono quelli del Censimento e su quelli dovrà essere costruito il Psc”.
Anche Federico Ricci ha avuto l’impressione “che ci fosse, nella risposta dell’’assessore, un tentativo di ridimensionare la distanza tra i due dati. In un momento in cui siamo sempre più in difficoltà con gli equilibri di bilancio è necessaria l’attenzione a un dato reale per la pianificazione a breve e lungo termine: il Psc deve risponde alle reali esigenze della città e dei modenesi. E’ vero che si basa un trend, ma avere un dato tanto più possibile preciso e vicino alla realtà ci potrà essere di grande aiuto”.
Nella replica, l’assessore Sitta ha ribadito che il trend su cui si basa la pianificazione comunale “non viene modificato da questo dato” e ha ricordato che “i servizi vanno dimensionati e programmati anche tenendo conto di chi dimora in città, a esempio per lavoro o per studio, pur senza registrarsi all’anagrafe”.
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