Sono stati 350 nel 2011 i minori in condizioni di fragilità o disagio seguiti dal Comune di Modena attraverso i servizi di educativa territoriale e di sostegno alla genitorialità. Per ognuno di loro è stato attivato un progetto educativo personalizzato che può prevedere interventi diretti o nei confronti dei familiari.
L’affidamento di tali servizi sarà assegnato dall’Amministrazione attraverso una procedura negoziata, cioè una gara su invito tra almeno cinque aziende, le cui linee di indirizzo, illustrate dall’assessore alle Politiche sociali, sanitarie e abitative Francesca Maletti, sono state approvate all’unanimità, a eccezione di Lega moderna che si è astenuta, dal Consiglio comunale nella seduta di lunedì 2 luglio. Approvata anche la mozione presentata da Federico Ricci di Sinistra per Modena (secondo firmatario Francesco Rocco del Pd) che chiede di riferire annualmente in sede di commissione consiliare oltre ai dati di verifica dell’appalto (rispetto del capitolato, afflusso delle informazioni e altro) anche quelli di verifica di efficacia del servizio. Ha ricevuto il voto favorevole di maggioranza e Lega moderna, contrario di Pdl, Mpa e Udc, l’astensione di Enrico Artioli e Franca Gorrieri del Pd e il non voto della lista civica Modena Beppe Grillo.it e di Idv.
La durata dell’appalto sarà di tre anni, dal 1 novembre 2012 al 31 ottobre 2015, per un importo totale di 1 milione 29 mila 600 euro (330 mila euro annue più 13 mila 200 di Iva), in calo rispetto al passato. Il criterio per l’affidamento sarà quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa valutata in base al prezzo e alla qualità del servizio, attribuendo un punteggio pari al 60 per cento alla componente tecnico-qualitativa del progetto e delle attività e del 40 per cento al prezzo.
Attualmente il servizio è svolto da educatori professionali dell’associazione temporanea d’impresa costituita dalle cooperative Gulliver e Domus assistenza, che lo scorso anno hanno effettuato 217 interventi di educativa individuale (171 nel 2010) e 209 di sostegno alla genitorialità; 100 incontri protetti e 27 di sostegno all’affido e altri 21 per giovani affidatari. Per 18 ragazzi si è prospettato l’inserimento in comunità e per altri 58 in un centro diurno. “Il servizio è complementare e non sostitutivo della solidarietà familiare – ha affermato l’assessore Maletti presentando la delibera – sostiene le capacità e autonomie esistenti e riconosce l’utente e la sua famiglia come interlocutori privilegiati nella definizione del piano di aiuto”. Tra gli interventi del progetto educativo individuale, che viene attivato dall’area minori dell’assessorato alle Politiche sociali, anche il sostegno alla frequenza scolastica e alla formazione, ai percorsi di cura, le azioni volte a favorire l’integrazione di minore e famiglia nella realtà territoriale, l’accompagnamento nella socializzazione con l’obiettivo di favorire rapporti interpersonali e la frequentazione di ambienti di quotidiana ‘normalità’, le azioni finalizzate a fornire opportunità socio-occupazionali ai minori che hanno difficoltà di inserimento nel processo produttivo per problematiche nello sviluppo evolutivo e relazionale, la gestione degli incontri protetti in spazi neutri tra minori e genitori.
Tra i requisiti del soggetto affidatario, al quale verrà chiesto di garantire l’attività di coordinamento oltre a quella di gestione del servizio, quello di avere nel proprio organico un numero medio adeguato di addetti dipendenti, soci o collaboratori e con qualifiche almeno pari a quelle necessarie per il funzionamento dei servizi e l’applicazione integrale ai lavoratori del contratto nazionale del settore, compresi gli integrativi. L’aggiudicatario dovrà inoltre dimostrare affidabilità e adeguatezza con l’attività dell’ultimo triennio, garantire i servizi secondo le norme e le metodologie adottate dall’Amministrazione, adottare strumenti di verifica periodica della qualità dei servizi e sanzioni per le anomalie.
Alla scadenza del primo anno di gestione, lo stesso Comune effettuerà una verifica dell’appalto anche attraverso il Comitato di valutazione. L’Amministrazione potrà infine, tramite apposite intese, utilizzare l’appalto per altre attività che si rendessero necessarie.
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