Tra contributi a sezione, risorse per insegnanti di sostegno e progetti finalizzati all’integrazione, rimborsi delle rette dei bambini esonerati dal pagamento e contributi per l’organizzazione del pre e post scuola, ammonta a circa 4 milioni e mezzo di euro l’importo della gestione della convenzione tra Comune di Modena e scuole Fism per il prossimo triennio. Lo prevede il protocollo d’intesa tra Amministrazione comunale e Federazione italiana scuole materne per gli anni scolastici 2012/2015, approvato dal Consiglio comunale nella seduta di lunedì 9 luglio. Hanno votato a favore Pd, Pdl, Idv e Udc; si sono astenuti Lega moderna, Mpa, lista civica Modena Beppe Grillo.it, i consiglieri Andrea Galli e Pier Luigi Taddei del Pdl.
Bocciato invece l’emendamento firmato da Pdl, Udc, Idv e votato anche da Mpa (contrari Pd e Sinistra per Modena; astenuti Lega moderna e lista civica Modena Beppe Grillo.it) che chiedeva di non ridurre i contributi assegnati a ciascuna sezione indicando i capitoli di bilancio su cui imputare la spesa per complessivi 185 mila euro. I dirigenti dei settori interessati, interpellati dal Segretario comunale, non hanno dato parere favorevole all’emendamento per mancanza di copertura economica.
“Negli ultimi cinque anni i bambini che frequentano le scuole Fism sono passati dal 34 al 37 per cento per un totale di 1800 posti disponibili. Pertanto le materne Fism rappresentano un segmento significativo del sistema scolastico modenese che, anche questo settembre, come da almeno 20 anni, sarà in grado di accogliere tutti i bambini che ne hanno diritto, senza fare liste d’attesa”, ha affermato l’assessore all’Istruzione Adriana Querzè presentando la convenzione all’Aula. “Percorso e contenuti del nuovo accordo sono stati condivisi con i gestori delle scuole e la Federazione italiana scuole materne, nel solco di una collaborazione proficua e di una condivisione reale del progetto del sistema misto integrato”, ha aggiunto.
In particolare, la convenzione prevede risorse per gli insegnanti di sostegno per disabili, non quantificabili, ma che nell’anno appena concluso sono ammontate a 198 mila euro; risorse per l’integrazione degli stranieri, fino a un massimo di 5 mila euro annui per scuola; rimborso alla scuola delle rette non pagate da bambini esonerati per ragioni economiche; contributo forfettario per l’organizzazione del pre e post scuola. Sono, inoltre compresi nell’accordo il contributo alla Fism per l’assunzione di due pedagogisti per le scuole dell’infanzia e uno a tempo parziale per i nidi (rispettivamente per 58 e 15 euro all’anno), oltre un contributo mensile a bambino per le rette non riscosse da famiglie in situazione di disagio.
Infine, il contributo assegnato per il funzionamento delle sezioni sarà di 14 mila 500 euro per il primo anno di convenzione, di 15 mila 500 euro per il secondo e di 16 mila 500 per l’anno scolastico 2014/2015 (lo scorso anno era di 16 mila euro annui, “la più alta nel territorio regionale”). Questa voce è l’unica ad essere stata variata rispetto alla precedente convenzione, per gli altri contributi sono stati mantenuti gli importi dell’accordo in scadenza (è stata incrementato quello relativo al rimborso rette non riscosse).
L’intervento è “in linea con le riduzioni che il settore ha dovuto applicare alla totalità dei servizi per raggiungere gli obiettivi di rientro nell’attuale bilancio di crisi”, ha spiegato l’assessore Querzè che ha però precisato come “la riduzione media su base triennale sia del 2,5 per cento, quindi tra le più basse tra quelle applicate ai servizi scolastici che nel loro insieme hanno visto una riduzione di spesa complessiva del 3,7 per cento”. In base a questa azione si ottien una minore spesa di 121 mila euro sull’importo totale della convenzione che per l’intero triennio ammonta a 4 milioni 510 mila euro.
L’assessore ha anche ribadito “la convenzione non è un appalto di servizi ma un’erogazione di contributi, il Comune non ha quindi la possibilità di definire le rette che le scuole applicano, poiché le politiche tariffarie delle scuole Fism sono legate a scelte gestionali non commisurabili all’entità dei contributi comunali. Inoltre, il contributo comunale copre il 20 per cento del costo della scuola, quindi semmai il rincaro dovrebbe essere eventualmente applicato sul 20 per cento della retta”.
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