13/06/2012

MAFIE, ECCO IL RUOLO DEI COMUNI PER “TENERLE LONTANE”

Giorgio Pighi (Forum italiano della sicurezza urbana) al convegno della Regione. Contro “l’esproprio mafioso” presidio di appalti, cambi di residenza e finanziarie

Contro il tentativo di “esproprio mafioso” serve un nuovo ruolo dei Comuni nel “tenere lontano” la criminalità organizzata e scoprirne la presenza e i tentativi di insediamento, così come assumono importanza le iniziative di “cittadinanza attiva” che aiutano a diffondere la conoscenza del fenomeno e a promuovere la cultura della legalità. Lo ha affermato il sindaco di Modena Giorgio Pighi intervenendo mercoledì 13 giugno come presidente del Forum italiano della sicurezza urbana al seminario organizzato dalla Regione Emilia Romagna per presentare la ricerca di Enzo Ciconte dedicata, appunto, alle “Mafie in Emilia Romagna” dove si descrive l’esproprio attraverso il quale i clan riescono ad acquisire interi patrimoni e a insediarsi nei territori sfruttando le difficoltà economiche delle imprese.

Il sindaco Pighi, anche in relazione alla ricostruzione post terremoto, ha indicato una serie di ambiti che devono essere particolarmente presidiati dagli enti locali: dalle gare d’appalto, superando la logica del massimo ribasso, ai cambi di residenza sospetti e privi di qualsiasi ragione familiare ed economica; dai cantieri edili (“anche quelli piccoli se non c’è chiarezza su chi effettua i lavori e fornisce i materiali”) alla presenza di finanziarie o di prestiti da soggetti non controllabili; fino ai pagamenti in contanti nella cessione di negozi ed esercizi pubblici o ai lavori di manutenzione ordinaria e pulizia degli insediamenti produttivi.

“I Comuni – ha spiegato Pighi – devono avvertire il loro ruolo nell’azione antimafia nel costruire veri e propri presidi di effettiva protezione sociale per garantire diffuse condizioni di legalità”. Così che, accanto all’esigenza di nuovi strumenti normativi, nella lotta alle mafie serve il coinvolgimento dei cittadini e dei loro rappresentanti eletti favorendo “la costruzione di progetti e azioni che diano continuità nel tempo a una prevenzione diffusa della presenza mafiosa”.

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