Pareri fortemente contrari al bilancio di previsione 2012 del Comune di Modena, approvato lunedì 11 giugno, sono stati espressi dalle opposizioni consiliari.
Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it ha affermato che la manovra è basata per il 70 per cento su tasse e ha ricordato che “ci sono gioielli di famiglia – le farmacie comunali – che rendono poco, il 3 per cento, e si potrebbero vendere con entrate superiori ai 15 milioni di euro, stimolando l’economia modenese e creando occupazione”. Per il consigliere, con l’Imu, considerato lo strumento più vicino all’imposta patrimoniale, si sarebbe dovuto pesare di più sulle seconde e terze case, piuttosto che sulle attività produttive; anzi Ballestrazzi ha invitato “ad abbattere l’Imu per le attività economiche per innescare un circolo virtuoso”.
Per il capogruppo del Pdl, Adolfo Morandi, “la manovra della Giunta è sbagliata e va bocciata, perché porterà significativo peggioramento della situazione economica per le imprese e quindi per le famiglie. La riduzione della spesa – solo 6,8 milioni di euro, poco più del 3 per cento – è troppo modesta visti i tempi di risorse calanti e l’aumento delle imposte colpirà le attività produttive, costringendo qualcuno a rivedere il proprio piano di investimento”. Per Morandi si doveva fare “una revisione del livello di spesa per i servizi con ulteriori esternalizzazioni e accreditamenti” e quelli non essenziali potevano anche essere azzerati, mentre la Giunta ha espresso “un alto grado di rigidità del sistema”. Sempre per il Pdl, Gian Carlo Pellacani si è detto profondamente deluso, avvertendo “la sordità della maggioranza verso certi argomenti” e ritenendo “il bilancio 2012 uguale a quello degli anni precedenti, con pochi tagli lineari e una valanga di nuove imposte. Non è un bilancio moderno che aiuta il territorio a crescere – ha aggiunto - porterà solo a un peggioramento”. Per Olga Vecchi la manovra è “una mannaia cruenta con il 75 per cento di tasse e solo il 25 per cento di tagli alla spesa, mentre ci sono ancora molti settori in cui è necessario intervenire”. La consigliera ha inoltre sottolineato che “la fondazione per le scuole dell’infanzia viene presentata come soluzione per il bilancio, mentre è una simulazione delle esternalizzazioni inesistenti, che spostano i costi senza ridurli e creando inutili carrozzoni”. Anche Sandro Bellei si è detto deluso, “perché la minoranza non ha potuto partecipare alla definizione del bilancio. Che fine hanno fatto – ha chiesto - i progetti nelle piazze e i compensi dell’architetto Botta? Siamo senza servizi pubblici e piazza XX settembre aspetta ancora un progetto, perché non farne, alora, un salotto cittadino?”.
Rossi Eugenia dell’Idv ha parlato di “testardaggine autoreferenziale e perniciosa dell’Amministrazione” e di “uno scivolamento progressivo nel peggio, perché sono state colpite le realtà più deboli”. Per la consigliera “è venuta meno la priorità del welfare, il settore in cui si è espressa quasi esclusivamente la razionalizzazione” determinando “un clima di schizofrenia in cui la città non può che collassare. Di fronte all’aumento di Imu, tariffe Hera e Tia, non c’è invece alcuna revisione delle partecipate che sono il vero salasso delle casse comunali”. Sugli emendamenti la consigliera si è detta favorevole a quelli dell’Udc e “scandalizzata” per quello firmato da Pd e Sinistra per Modena finalizzato a “un fondo per l’ordine degli psicologi, poiché anche loro devono fare volontariato come gli altri ordini professionali, sarà poi la protezione civile decidere come usare le risorse”.
Stefano Barberini di Lega nord ha spiegato “di non aver presentato alcun emendamento perché non sarebbe stato preso in considerazione, mentre si dovrebbe rielaborare completamente il bilancio” e ha quindi annunciato che sarebbe uscito dall’Aula al momento del voto. Ha definito “ridicola” la cifra di 24 mila euro, presi dai gruppi consiliari, destinati ai terremotati e ha concluso: “Pensare che non è stato previsto nulla mi fa sentire la politica lontanissima dalla gente. In tre anni non siete mai riusciti a coinvolgerci su strade comuni; non avete previsto nulla di nuovo rispetto agli ultimi 65 anni, questo dimostra la vostra incapacità di costruire qualcosa assieme a noi che rappresentiamo una parte importante della città”.
Davide Torrini dell’Udc ha definito il bilancio “una manovra di conservazione, di paura e frutto d’incapacità: Modena si arrocca sperando che la crisi passi e in futuro si possa continuare a gestire come negli anni di grande crescita del Pil. Sembra che questa gestione sia indipendente dalla situazione economica e sociale – ha aggiunto - mentre da anni c’erano segnali della crisi. Sul bilancio di quest’anno ho chiesto solo pochi tagli in più, ma il rimpasto di Giunta ha compattato il conservatorismo di questa città”.
Nicola Rossi capogruppo di Lega moderna, in sede di dichiarazione di voto, si è detto “così distante e in totale dissenso dalle logiche di questo bilancio da esprimere un non voto. Il governo del sindaco Pighi a Modena – ha osservato - è una fotocopia di quello di Monti a Roma: anche a livello comunale è stato eseguito un compito da bambini, cioè aumentare le tasse”.
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