Il Consiglio comunale ha approvato la delibera sulle linee di indirizzo per l’assegnazione dei servizi di appoggio educativo assistenziale per gli alunni diversamente abili delle scuole di ogni ordine e grado con il voto favorevole di Pd e Sinistra per Modena, contrario del Pdl e con l’astensione di Lega moderna, Udc e Idv.
Prima del voto, per il Pd, è intervenuta Elisa Sala, che ha sottolineato come negli ultimi anni la presenza scolastica dei disabili sia aumentata anche grazie a diagnosi precoci. “Diverse figure – ha spiegato – ruotano attorno a questi ragazzi: il personale educativo assistenziale, i compagni di classe e il mondo fuori della scuola; il percorso quindi deve essere ampio e la figura del tutor, che cerca di creare un collegamento tra la scuola e ambiente esterno, merita considerazione”. Cinzia Cornia ha sottolineato che con la legge 157 del 1977, relativa all’integrazione del disabile, “lo Stato italiano ha dato un segno di civiltà: la scuola è di tutti e per tutti, anche per i meno fortunati. L’alunno diversamente abile viene recuperato e spesso, in seguito, è messo in condizione di inserirsi nel mondo del lavoro. Il problema oggi è che hanno tagliato ore all’anello più debole e l’accordo di programma provinciale per l’integrazione scolastica di allievi disabili va a coprire le carenze dello Stato”. Salvatore Cotrino ha illustrato le caratteristiche della figura del tutor, ricordando che viene previsto solo nelle scuole secondarie di secondo grado, con limitazioni all’età e al tempo di utilizzo: “Si tratta di un giovane che ha la funzione di facilitare l’integrazione tra percorso scolastico e attività fuori dalla scuola, come lo svolgimento dei compiti, delle attività sportive e ricreative, o le interazioni con i compagni. Offre supporto al ragazzo per superare situazioni difficili dal punto di vista emozionale e affettivo”.
Per Gian Carlo Pellacani del Pdl, “il welfare universalistico adottato finora a Modena è in scadenza e continuare ad applicarlo così com’è porterà presto a escludere dai benefici chi davvero ne ha bisogno”. Secondo il consigliere “con il bando si prorogherà l’appalto a chi ha svolto il servizio finora e non ci sarà reale competizione”. Pellacani infine ha espresso contrarietà alla mozione della maggioranza “perché mette i tutor sullo stesso piano del personale educativo assistenziale”.
Eugenia Rossi, Idv, si è detta “in difficoltà” sulla delibera, che avrebbe preferito venisse scorporata. “Le funzioni integrative di assistenza dovrebbero essere affidate allo Stato”, ha affermato. “E’ vero che negli anni il Comune si è sostituito di fronte a importanti lacune, ma questo ha portato a situazioni di ‘impasse’ e di difficoltà nel sostegno”. La consigliera ha inoltre espresso perplessità per la figura del tutor: “C’è bisogno di professionalità e manca una definizione chiara di questa figura”.
Sergio Celloni, Mpa, ha sottolineato che è meglio operare tagli di bilancio in altre realtà rispetto a questo settore, “ma bisogna anche rivalutare le logiche alla base dei criteri di assegnazione degli appalti. E’ giusto puntare a un buon servizio – ha aggiunto – ma bisogna ottimizzare le spese senza squalificarlo”. Per il consigliere, costi inferiori potrebbero derivare “dall’assegnazione di finanziamenti alle famiglie per la gestione interna di certe situazioni”.
Nella replica, l’assessore Querzé ha sottolineato come tutti gli atti previsti si inquadrino nel progetto complessivo dell’integrazione scolastica nel Paese: “Vengono da tutto il mondo per conoscere e copiare il modello italiano che prevede l’abbandono di un percorso separato per quello integrato con figure di sostegno”. L’assessore ha inoltre espresso condivisione sulla necessità di precisare le funzioni di ciascuna figura (personale educativo assistenziale, tutor e altro) e sull’opportunità di introdurre elementi di riorganizzazione, “ma senza eliminare l’universalismo dei servizi. Non sono disposta a cambiare la visione della società”. In merito agli appalti, Querzé ha infine ricordato che “il Comune avrebbe potuto invitare cinque imprese a partecipare alla gara e affidare a una di queste l’attività, ma l’Amministrazione ha scelto di seguire le normative europee, che hanno al loro interno il massimo della concorrenzialità e della trasparenza”.
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